Sicuramente molti di voi ricorderanno i Vision Of Disorder, band hardcore metal proveniente da New York la quale tra il 1996 e il 2001 produsse tre album fantastici sapendo cambiare la propria proposta musicale nel giro di pochissimi anni mantenendo sempre alta la qualità della stessa, ebbene, dopo lo scioglimento di quella fantastica band ecco tornare il cantante Tim Williams e il chitarrista Mike Kennedy accompagnati da tre nuovi compagni in questa avventura sonora chiamata Bloodsimple. Se vi piacevano le cose prodotte dai VOD sarete entusiasti di questa band, il discorso interrotto con l'album 'from bliss to devastation", cupo, massiccio e opprimente, se non chè anche sabbathiano, qui viene dilatato e reso di più ampio respiro. L'inizio è massiccio e roboante con il cantante in forma smagliante a ricordare gli esordi urlati. All' interno troviamo una variegata gamma di canzoni che si distinguono ognuna dalla precedente grazie a soluzioni sonore sempre diverse, il tassello di base è un riffare pesante e sempre New York oriented, ma spesso accade che la band si diverte a sorprendere creando brani atipici che fuoriescono da quello che l'ascoltatore oserebbe aspettarsi, 'flatlined' ne è un esempio fulgido tanto che si stenta a credere che sia proprio lo stesso cantante che 'urlava' su un album come l'omonimo 'Vision Of Disorder', quello che ne viene fuori da questo disco è un ampio abbraccio tra l'hardcore moderno e dinamico del duemila e il rock più tradizionale americano, non quello da classifica ma comunque rincarato da una buona dose di easy listening. Ovviamente la band non cade nella ripetitività come già detto in precedenza e quindi alterna con sapienza brani 'urlati' alla vecchia maniera ma arrangiati modernamente con una produzione eccellente che riesce a rendere feroce e allo stesso tempo non invasiva la proposta dei cinque musicisti, tutti molto validi nel loro ruolo. Bloodsimple è un progetto che chiudere nella stretta cerchia dell'hardcore è assolutamente riduttivo, tanto da farmi prediligere un termine stile crossover-core. Un'ultima sorpresa ci viene riservata in chiusura con il brano semiacustico 'plunder' in cui la voce diventa melodica mantenendo quel suo timbro particolare e 'rauco', un brano giustamente posto in chiusura a farmi pensare quanto promettente sia questa band, quanto può diventare importante e guida per altre bands questo genere proposto dai cinque. Da segnalare che la band ha firmato questo strepitoso esordio per l'etichetta Bullygoat Records di proprietà del cantante dei Mudvayne, Chad Gray, mentre la produzione è stata affidata al produttore di esperienza Garth Richardson. Da avere assolutamente!
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