Dopo 20 anni di militanza e numerose disavventure, ecco che i milanesi
NOWHERE raggiungono l'agognato disco ufficiale di debutto che vede l'immancabile motto "saluti dal bar" prontamente tradotto in lingua universale, dando forma a questo "
Greetings from the Pub!" che esce a dieci anni di distanza dal primo Ep "
Try to Catch it!",
recensito nel 2008 proprio su queste pagine.
La miscela proposta dal quartetto lombardo fa leva sull'energia ed il trascinamento dell'ascoltatore all'interno della loro proposta che principalmente si basa su una miscela di thrash groovoso e hard rock, molto diretta e senza fronzoli, insomma "old style" il che per noi non rappresenta altro che un pregio.
Tolti tutti gli ammenicoli che la fanno da padrone nel metal odierno, qui si punta sull'efficiacia dei riff, sul coinvolgimento degli assoli e sull'immediatezza delle linee vocali, tutti elementi che sono sempre piuttosto ben riusciti, complice anche una produzione incredibilmente buona ed equilibrata sebbene realizzata senza il supporto di una label alle spalle.
Il lato non totalmente positivo, oltre ad un paio di brani un po' sottotono durante i 43 minuti di durata (come
Wicked Naked), è rappresentato dalla voce dell'anche chitarrista Ank che oltre ad essere sparata un po' troppo frontale nel mix a volte risulta esageratamente forzata verso il basso, come se si volesse accentuare in maniera esagerata l'aspetto "roco" di essa, quando invece risulta migliore e più naturale quando è sulle note medio-alte o quando non viene modulata in maniera impostata, hetfieldiana oseremmo dire.
Come detto in apertura, i brani sono tutti mediamente ben costruiti, eseguiti con maestria e sicurezza ed in questo la gavetta ventennale si vede e si sente tutta; in un odierno trionfo di tastiere, campionature e sovraincisioni quale è ridotta la scena odierna, è un piacere tornare al metal diretto e a tutto tondo dei Nowhere e siamo certi che i brani migliori del disco, quali la malinconica "
JFF", "
Yesterday Story", la concitata e thrashy "
Sinner Eyes" e la conclusiva "
Charley's Ballad" esprimeranno ancor meglio il loro potenziale in ambito live, magari proprio con una bella birra in mano che siamo certi non disturberà i quattro cavalieri dei pub.
Un viaggio in un metal forse obsoleto per qualcuno ma che mai sarà una moda e che viene dal cuore.
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