La band norvegese dei
Flight ci propone il nuovo full length come un mix di metal ottantiano unito all'hard rock settantiano.
Dopo un primo brano strumentale, con "
One With The Sun" prende forma il sound del gruppo caratterizzato da riff piuttosto articolati, solos che spesso fanno da sottofondo alla liriche e twin guitars, il tutto sorretto da una base ritmica che non picchia mai più del necessario e vocals piuttosto deboli e piatte da parte del buon Christoffer Bråthen.
Nelle note che accompagnano la bio del gruppo di dice che il suono si rifà a band come Judas Priest e i Saxon, ma in realtà di classix - metal o di NWOBHM non c'è traccia se non in modo sfumato ed occasionale ( la titletrack su tutte ). Le chitarre sono appena distorte, i ritmi quasi tutti mid tempo, quello che mi viene in mentre piuttosto è il sound di un'altra grande ( e sottovaluta) band dei settanta vale a dire i Blue Oyster Cult, anche se qui siamo lontani dalla classe e dal sound visionario dalle tinte sci/psych/progressive/metal del gruppo americano.
Accenni ai Boston li troviamo nelle chitarre di "
Ride On", mentre "
The Traveller" suona molto rock settantiano, "
Reviving Waves" è forse il pezzo migliore, un hard rock tirato con le chitarre a disegnare trame molto efficaci ( e qui pure classix -metal ) pur nella loro semplicità di fondo, con finalmente un solos degno di nota, pur se molto scolastico nella sua esecuzione, altrettanta degna di nota la conclusiva "
Leave The Coast" col suo incedere deciso, il riffama prorompente e ottantiano.
Ma d'altronde non è certo la tecnica che dobbiamo cercare in lavori come questo, quanto il "mood", l'atmosfera vintage che si vuole ricreare e in questo senso il disco può soddisfare molti
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