I taiwanesi
Chthonic -che nel loro paese d'origine sono delle vere e proprie icone- mantenendo la promessa fatta ai propri fans 5 anni fa dopo l'uscita di ""
Timeless Sentence", pubblicano il nono album di una ultraventennale carriera, intitolato "
Battlefields of Asura".
In questo lasso di tempo, oltre a dedicarsi alla musica, i cinque membri della band hanno trovato il tempo di scrivere interessanti capitoli delle proprie vite: il lead vocalist
Freddy Lim ha addirittura fondato un nuovo partito politico riuscendo ad ottenere un seggio nel parlamento di Taiwan!
Ma ciò che ci interessa è la musica e allora vediamo il risultato degli sforzi dei nostri.
Il disco, come da tradizione, parla delle leggende e dei miti propri della loro terra: in questo caso facendo particolare riferimento agli Asura, quella classe di esseri divini espressione e personificazione dei fenomeni della natura, sia positivi – come la fertilità – che negativi, come la siccità e la malattia. Gli Asura sono i rappresentanti di una religiosità arcaica che, successivamente, saranno raffigurati come demoni diventando l’immagine contrapposta dei Deva (i Celesti) ossia gli dei.
La cosa interessante, anche perchè decisamente in contrapposizione alla religiosità occidentale, risulta essere che i demoni sono necessari per l’ordine del mondo: ogni volta che si presenta un ostacolo qualunque alla creazione, quest’ultimo viene personallizzato e si trasforma mitologicamente in un demone, così che un dio o un eroe possano, attraverso lo scontro, combattere il caos per ristabilire il movimento verso la costruzione ordinata e coerente.
Musicalmente i
Chthonic con questo disco danno un taglio netto al black metal sinfonico à la Cradle of Filth che li aveva sempre contraddistinti per approdare ad un folk/melodic death metal particolarmente attento alle strutture ed alle atmosfere che hanno caratterizzato il death scandinavo.
Esemplare in questo è il lavoro del chitarrista
Jesse Liu che rende ottime le dinamiche dei brani con dei riffs essenziali ma ricchi di groove; l'interpretazione vocale di
Freddy Lim con il suo stile ispirato a Dani Filth ben si sposa con la voce femminile di
Doris Yeh, con la timbrica della star del pop
Denise Ho (in qualità di guest) e con le orchestrazioni corali che regalano un afflato epico a tutto il lavoro.
Purtroppo la produzione davvero pessima rovina quanto di buono in fase esecutiva il gruppo propone: batteria troppo leggera e dal suono artificioso, parti di basso inesistenti (e la cosa si nota soprattutto quando si rende necessaria una sezione ritmica più robusta) e parti di tastiera troppo invadenti.
A questo si aggiungano almeno tre brani superflui: l'intro "
Drawing Omnipotence Nigh", l'outro "
Autopoiesis" e l'interlocutoria "
Masked Faith" che sono veri e propri filler nell'economia dellìalbum.
Album che sebbene non abbia nulla in più di parecchie uscite recenti, si lascia ascoltare con piacere anche per diverse volte consecutive.
Che la battaglia infinita inizi dunque!
Chthonic - "
Millenia's Faith Undone"
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