Per chi ancora considera l’heavy metal un genere sessista, magari annebbiato dal pregiudizio, da pigra ignoranza e nessun serio ascolto in merito, l’ennesima risposta proviene dalla Svizzera. Formatesi solo tre anni fa, le B
urning Witches si sono guadagnate subito l’attenzione della stampa col loro primo demo, che le ha incoronate così newcomer per la
Nuclear Blast. Sotto l’egida di una delle più importanti label europee le cinque giovani streghe (tutte nate negli anni 90) rilasciano già il loro secondo lavoro, dopo un album eponimo che già dava un assaggio esaustivo della loro proposta. “
Hexenhammer”, ovvero il
Malleus Maleifcarum, testo che legittimò la vergognosa caccia alle streghe nel 1486, è una dichiarazione d’amore musicale e lirica a quell’heavy/power ottantiano che riesce ancora a stupire e a far innamorare. Una dozzina di brani dal gusto classico ed epico, dal colore più americano piuttosto che quello corposo del power teutonico, nonostante le cinque provengano dal centroeuropa. Cavalcate chitarristiche tra lo speed e il power, coadiuvate dalla voce furiosa e mascolina della frontwoman
Seraina Telli, dal timbro malefico e aggressivo. Le composizioni, affidate per la maggiore alla axegirl
Romana Kalkhul, lavorano sull’efficacia e la potenza di fondo, e ne sono ottima prova episodi come “
Executed”, “
Lords Of War” o “
Possession”, che rievocano atmosfere epiche e anthemiche a cui ci hanno abituato i
Manowar. Se le cinque streghe di Brugg spaziano tra canzoni anche più ricercate e oscure, come la titletrack, o a vere sfuriate heavy (“
Maneater”), c’è anche spazio per la tanto cara ballad hard’n’heavy “
Don’t Cry My Tears”, probabilmente uno dei brani meglio riusciti. Ci sono tutti gli ingredienti per il successo e l’album scorre piacevole e completo, ma se si considerano i lavori di altri colleghi sull’onda di questa riscoperta dell’heavy classico, fra tutti i
Battle Beast, ci si rende conto che le cinque svizzere han sì tutte le carte in regola, ma debbono ancora crescere ed evolvere il loro sound. Non si urla al miracolo, e la prova della band è comunque modesta. Ovviamente i fan del genere sono obbligati a dedicargli un ascolto. Per tutti gli altri, meglio attendere che Seraina, Romana e le altre maturino, componendo canzoni più innovative dal punto di vista stilistico, ma se possono godere dell’egida della Nuclear Blast possiamo scommettere che sarà solo questione di tempo. Per il momento, sono sorvegliate speciali, mentre ci cullano con la conclusiva e riuscitissima cover di “
Holy Diver”.