Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2018
Durata:53 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. THE WITCH CIRCLE
  2. EXECUTED
  3. LORDS OF WAR
  4. OPEN YOUR MIND
  5. DON‘T CRY MY TEARS
  6. MAIDEN OF STEEL
  7. DUNGEON OF INFAMY
  8. DEAD ENDER
  9. HEXENHAMMER
  10. POSSESSION
  11. MANEATER
  12. HOLY DIVER
  13. SELF SACRIFICE
  14. DON‘T CRY MY TEARS (ACOUSTIC)

Line up

  • Seraina Telli: vocals
  • Romana Kalkuhl: guitars
  • Sonia Nusselder: guitars
  • Jeanine Grob: bass
  • Lala Frischknecht: drums

Voto medio utenti

Per chi ancora considera l’heavy metal un genere sessista, magari annebbiato dal pregiudizio, da pigra ignoranza e nessun serio ascolto in merito, l’ennesima risposta proviene dalla Svizzera. Formatesi solo tre anni fa, le Burning Witches si sono guadagnate subito l’attenzione della stampa col loro primo demo, che le ha incoronate così newcomer per la Nuclear Blast. Sotto l’egida di una delle più importanti label europee le cinque giovani streghe (tutte nate negli anni 90) rilasciano già il loro secondo lavoro, dopo un album eponimo che già dava un assaggio esaustivo della loro proposta. “Hexenhammer”, ovvero il Malleus Maleifcarum, testo che legittimò la vergognosa caccia alle streghe nel 1486, è una dichiarazione d’amore musicale e lirica a quell’heavy/power ottantiano che riesce ancora a stupire e a far innamorare. Una dozzina di brani dal gusto classico ed epico, dal colore più americano piuttosto che quello corposo del power teutonico, nonostante le cinque provengano dal centroeuropa. Cavalcate chitarristiche tra lo speed e il power, coadiuvate dalla voce furiosa e mascolina della frontwoman Seraina Telli, dal timbro malefico e aggressivo. Le composizioni, affidate per la maggiore alla axegirl Romana Kalkhul, lavorano sull’efficacia e la potenza di fondo, e ne sono ottima prova episodi come “Executed”, “Lords Of War” o “Possession”, che rievocano atmosfere epiche e anthemiche a cui ci hanno abituato i Manowar. Se le cinque streghe di Brugg spaziano tra canzoni anche più ricercate e oscure, come la titletrack, o a vere sfuriate heavy (“Maneater”), c’è anche spazio per la tanto cara ballad hard’n’heavy “Don’t Cry My Tears”, probabilmente uno dei brani meglio riusciti. Ci sono tutti gli ingredienti per il successo e l’album scorre piacevole e completo, ma se si considerano i lavori di altri colleghi sull’onda di questa riscoperta dell’heavy classico, fra tutti i Battle Beast, ci si rende conto che le cinque svizzere han sì tutte le carte in regola, ma debbono ancora crescere ed evolvere il loro sound. Non si urla al miracolo, e la prova della band è comunque modesta. Ovviamente i fan del genere sono obbligati a dedicargli un ascolto. Per tutti gli altri, meglio attendere che Seraina, Romana e le altre maturino, componendo canzoni più innovative dal punto di vista stilistico, ma se possono godere dell’egida della Nuclear Blast possiamo scommettere che sarà solo questione di tempo. Per il momento, sono sorvegliate speciali, mentre ci cullano con la conclusiva e riuscitissima cover di “Holy Diver”.
Recensione a cura di Max Firinu

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 21 nov 2018 alle 16:16

Una sufficienza che non nasconde un po' troppa mediocrità, è vero Graz. Molti forse si fanno suggestionare dalla campagna promozionale.

Inserito il 11 nov 2018 alle 23:41

un disco sbiadito come uno scontrino lasciato sul cruscotto della macchina ad agosto...vedere recensioni pompate fino a 8 per questa roba...mah

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