Certe volte il destino è davvero beffardo. Nel momento in cui l’ottava fatica in casa
Deceased è finalmente disponibile dopo anni di attesa, è giunta in concomitanza la notizia della morte del batterista
Dave Castillo, deceduto, a quanto sembra, per annegamento durante una visita nel suo paese natio.
Nonostante abbiano un percorso musicale di tutto rispetto – l’ep
“Gut wrench” è uno dei primissimi lavori usciti per Relapse per intenderci - i
Deceaesd appartengono a quello stuolo di band sottovalutate che poche, pochissime volte vengono citate sia dagli ascoltatori che dagli addetti ai lavori quando si parla di musica estrema made in America.
Pur avendo variato la proposta musicale nel corso della loro carriera – partiti da un death metal spurio si sono attualmente attestati ad un personale mix thrash/heavy – la musica della band di Arlington si fonde indissolubilmente con la forte personalità del leader
Kingsley "King" Fowley, il quale è riuscito a mantenerne intatta la coerenza durante gli anni.
“Ghostly white” si è fatto attendere a lungo, ben sette sono gli anni trascorsi dall'ultima fatica sulla lunga distanza “
Surreal overdose”, ed è un lavoro estremamente sfaccettato, solo apparentemente semplice e in cui confluiscono elementi riconducibili a
Venom, Motorhead, heavy metal classico, thrash, liriche horror ed una attitudine punk a tenere unito il tutto.
Prima ancora dell’ottimo lavoro di chitarra della coppia
Smith/Fuegel, spicca l’evidente l’intesa della sezione ritmica fra il bassista
Lee Snyder e il compianto
Dave Castillo, capace di creare una base solida, potente ed eterogenea, autentico motore pulsante di
“Ghostly white”.
Pur durando quasi un’ora, il cd scorre senza cali di tensione. La qualità dei brani contenuti è costantemente distribuita ed anche una canzone lunga oltre 13 minuti come
“Germ of distorted lore” riesce a tenere incollata a sé l’attenzione dell’ascoltatore. Su tutte spicca il cantato cavernoso di
Fowley, abilissimo nel cantare folli macabre storie (vedi ad esempio l’opener “
Mrs. Allardyce” ispirata dalla protagonista del film “Burnt offerings”), vero
fil rouge che unisce gli otto brani dell’album.
“Ghostly white” è l’ennesimo lavoro di qualità in una carriera impeccabile, ora però non fate l’errore mortale di sottovalutare i
Deceased e mettetevi sotto con l’ascolto.
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