Altro giro di danze, altro split da passare nel lettore. Questa volta è il turno di
Morbosidad e
Kill, due band piuttosto note a chi abitualmente bazzica nell’underground che, seppur provenienti da paesi fra loro distanti quali Stati Uniti e Svezia, sono fra loro accumunate da una stessa weltausschaung musicale.
Entrambe infatti si rifanno a quella forma di black/death primigena ottantiana, il periodo in cui
Venom, Sarcofago, Bathory, Blasphemy spargevano furiosamente ai quattro venti il loro prezioso morbo virulento ai quattro angoli del globo terracqueo.
Probabilmente i
Morbosidad costituiscono il nome più conosciuto a coloro che frequentano abitualmente Metal.it essendo già comparsi sulle nostre pagine al momento dell’uscita del loro ultimo full-lenght
“Corona de epidemia”, le due tracce presenti in questo split –
“Verdugo” e “Pureza del martir” – non si distinguono da quanto edito di recente dalla
Nuclear War Now!Ritmi forsennati e riff elementari ma d’impatto condiscono i proclami blasfemi del singer
Tomas Stench in piena trance nichilistico/satanica, il tutto tenuto insieme da una produzione leggermente caotica come spesso si trova nei gruppi che troviamo in questo filone.
Gli svedesi
Kill invece sono presenti con un solo pezzo – “
Prayer of destruction” – dalla lunghezza importante di quasi sette minuti. La produzione è ancora più grezza dei loro compagni di avventure, ricordando molto quelle black metal underground di inizio anni 90. Avete presente i finnici
Beherit? No? Low-fi e sporchissima per intenderci.
Il terzetto non pigia subito forte sull’acceleratore, ma gioca sull’utilizzo portante e ripetuto di un riff distorto su cui poi partono dei riff ancora più acuti e distorti e risulta chiaro che agli svedesi piace portare nell’ascoltatore una atmosfera di disordine e follia piuttosto che trascinarlo nella mattanza.
“Santuario del diablo” rimane un prodotto di nicchia destinato a chi vuole passare un quarto d’ora in un vortice caotico: divertente il giusto prima che ci si possa stancare e passare ad altro.
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