Ascolto “
New eyes” dei
Magic Dance e mi assale con prepotenza il dubbio di essere finito in una distorsione temporale che mi ha riportato direttamente agli anni ottanta. Un veloce controllo al calendario e allo specchio mi confermano,
ahimè, che siamo nel 2018 (quasi 2019, in realtà …) e che il “viaggio nel tempo” si consuma esclusivamente all’interno dei solchi di questo gradevole dischetto.
Nati nel 2012 come progetto solista del cantante e compositore americano
Jon Siejka, i nostri hanno all’attivo alcuni
Ep e un albo autoprodotto a cui hanno affidato tutta la loro predilezione nostalgica per il versante più
poppettoso, cinematografico e “tecnologico” dell’
AOR.
Il nuovo lavoro edito per l’infaticabile
Frontiers Music prosegue imperterrito in tale percorso espressivo e ci riconsegna un gruppo ispirato da "gente" come Mr. Mister, Arc Angels, The Ladder (quelli americani … straordinari ... se non li conoscete, vi consiglio caldamente di recuperarli quanto prima …) e Loverboy (a cui aggiungere qualcosa di Cutting Crew e Simple Minds, …), dotato di una certa sensibilità e di un discreto buongusto compositivo, nonostante l’evidentissimo ricorso ad atmosfere sonore non esattamente “rivoluzionarie”.
La voce di
Siejka, piacevole ma anche non particolarmente incisiva, rischia di diventare un altro elemento di “discussione” tra gli esigenti estimatori del genere, i quali, però, sono certo finiranno per apprezzare le melodie accattivanti, irrorate di tastiere, di “
You're holding back”, “
Never go back”, “
These four walls” e della notturna “
Please wake me”, soffermandosi brevemente sullo spirito
anthemico di “
When nothing's real” e accorgendosi, poi, di come i
Magic Dance riservino i loro colpi migliori verso la fine del programma, dove si collocano una sontuosa “
Looking for love” e l’emozionante
title-track dell’album.
Dopo quarantacinque minuti di godibile intrattenimento “retrospettivo”, non si può francamente affermare che in “
New eyes” sia contenuto del materiale musicale assolutamente memorabile e ciò nonostante mi sento di consigliare il prodotto a chi vuole dedicarsi allo studio o al “ripasso” di un’epoca non a caso ancora oggi primario riferimento per la stragrande maggioranza dei frequentatori del settore.
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