Nella corsa ai concept ed alle Metal/Rock Opera nate da un side project, i DawnRider riescono a ritagliarsi uno spazio tutto loro, più che altro per l'indirizzo musicale intrapreso, che, tranne alcune escursioni verso sonorità alla Nightwish/Epica (vedi "Fate Is Calling" con alla voce femminile Johanna Mott dei Midnight Symphony), preferisce un approccio più diretto e concreto. Senza eccessive aperture sinfoniche, ancorato ad un Heavy Metal epico e di derivazione teutonica, con sfoggio di cori e melodie azzeccate, e sopratutto molto meno debitore nei confronti dei Manowar di quanto ci si potesse aspettare da Tarek Maghary, cantante dei Majesty. E' lui, infatti, il fautore di "Fate Is Calling Pt.1", che ha raccolto attorno a se un sacco di personaggi, più o meno importanti, ma sicuramente tutti contraddistinti da una inconfutabile "fede metallica". Sono davvero tanti e potete leggere i loro nomi nella sezione line-up, e se prestate attenzione tra loro potrete scorgere, vicino al mitico Ross The Boss, anche quello del nostro Gianluca Silvi, chitarrista dei Battle Ram e Jotenheim. Ovviamente sono altre le punte di diamante del disco, ad esempio Marc Shelton (Manilla Road), Rob Rock o James Rivera (Helstar), ma fa piacere vedere Gianluca in questo contesto.
Il titolo lascia intendere che la storia fantasy scritta da Maghary e raccontata su questo album avrà presto un seguito, e mi auguro che ripercorra il sentiero tracciato dalla prima parte, magari con un po' di "animo pugnandi" in più e soprattutto accompagnato da una copertina un po' meno cliché.
Certo, non che le canzoni rappresentino chissà quale ventata di novità, abbiamo già detto della titletrack, mentre "Assassin" o "Awaiting The Night" ricordano piuttosto da vicino i Virgin Steele (anche se sulla seconda alla chitarra ritroviamo l'ex Manowar Ross the Boss"); "Gift Of Dawn", dove si riconosce James Rivera, ha invece qualcosa dei vecchi Savatage (quelli di "Dungeons are Calling"). Ma nel suo complesso il disco si snoda con diverse frecce al suo arco, come ad esempio l'opener "When Our Troops Unite" (con un bel riff alla Running Wild) dove dovrebbe cantare il singer dei Paradox, Charly Steinhauer, o la poderosa "Master Of The Black", che mi sembra interpretata per larga parte dal cantante dei Paragon, Andreas Babuschkin.
Già... senza una "traccia" non è sempre facile riconoscere all'interno delle canzoni i singoli cantanti, e giusto per evitare figuracce, mi defilo e vi invito a dare un ascolto e a provarci voialtri!
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