Il secondo album del progetto Vanha, dietro cui si nasconde il polistrumentista Jan "Janne" Johansson, intitolato "Melancholia" si è rivelato un disco di assoluto spessore fin dai primi ascolti: mai come in casi come questo il titolo di un album ne racchiude l'essenza, infatti il secondogenito nato in casa Vanha si segnala per il suo doom/death metal melodico e decadente, foriero di tristezza e di poetica malinconia che ascolto dopo ascolto compenetra l'anima dell'ascoltatore entrando in sintonia con essa. Nonostante come detto questo lavoro lasci intendere fin da principio il proprio spessore, solamente dopo diversi ed accurati ascolti "Melancholia" riesce e dischiudere la propria oscura bellezza, fatta di tinte fosche e di chitarre capaci di dipingere paesaggi di melancolica tristezza anche con l'aiuto di parti di pianoforte, violino e tastiere. Johansson si rivela un polistrumentista abilissimo e dall'acuta sensibilità, in grado di fare convivere in perfetta armonia la pesantezza del doom/death che viene squarciata dalle melodie della chitarra con arpeggi delicati e melodie trasognanti, mentre la voce alterna un growl cupo e disperato a momenti più intimi e soffusi in un gioco di contrasti che lascia davvero senza fiato.
Difficile indicare quali tra i brani presenti in tracklist siano in migliori all'interno di un album che nonostante brani dalla lunga durata, se affrontato con la giusta attenzione che merita, non accusa momenti di stanca o cali di livello, tuttavia canzoni come la funerea "The Sorrowful", "Fade Away" o la più movimentata "The Road" rendono piuttosto bene l'idea di musica che Johansson ha in mente per i Vanha.
"Melancholia" è un disco sicuramente di grande spessore artistico ed emozionale, seppure non si tratti di un lavoro a cui è possibile approcciarsi in maniera superficiale: è però un lavoro che saprà ripagare l'attenzione che gli verrà dedicata e che saprà donare sensazioni vere e profonde all'ascoltatore.