Il metal sinfonico ha un gran bisogno di nuove band che possano far rinascere un genere che da anni sembra aver detto tutto quello che c'era da dire. Senza scomodare i soliti nomi (penso giusto ai
MaYaN perché "freschi" d'ascolto), i finlandesi
Lost In Grey potrebbero essere una prima valida risposta al bisogno di cui sopra.
"The Waste Land" è un concept elaborato ricco di ospiti, cosa che di per sé non fa che omologarlo a tante altre uscite recenti. Ma è dal punto di vista musicale che, pur non inventando nulla, riesce a essere credibile e convincente dalla prima all'ultima nota.
In più di occasione mi sono venuti in mente i
Therion di
"Theli" e
"Vovin" (su tutte
"Unohdukseen Katoaa" e la conclusiva
"Drifting In The Universe" con le loro sfuriate
blast beat), ma ciò non basta a liquidare i
Lost In Grey come una band senza personalità. C'è infatti dell'heavy/prog melodico - sostenuto a dovere dalle voci di
Harri Koskela e
Anne Lill - nella titletrack, momenti morriconiani e folkeggianti (
"Expectations"), teatralità all'ennesima potenza (
"1992"), tastiere ipnotiche e virili allo stesso tempo (
"Far Beyond And Further" ha qualcosa dei
Goblin) e una punta di hard rock che non guasta mai (
"Wolves Among Men"), il tutto servito con una produzione ineccepibile nella migliore tradizione nordica.
Per me è "sì". Troppo entusiasmo?
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