Quando mi sono trovato tra le mani il promo di questi Bloodshot ho pensato di essermi imbattuto nell'ennesimo combo hardcore tutto sangue, rabbia e sudore. Il loro logo ( quasi un plagio nei confronti degli Hatebreed ), l'artwork del disco, i loro loschissimi volti da galeotti...insomma, l'identikit perfetto del musicista hardcore verace. Ed in parte ci ho preso, visto che questo quintetto proveniente dal Belgio, ha una fortissima connotazione hardcore, riconducibile ovviamente alla scena newyorchese. Solo che, per fortuna sia nostra che loro, riescono ad emergere dal calderone dell'anonimato, grazie a precise e calibrate iniezioni di scuola Panteriana. Mi pare quasi superfluo dire che queste sensazioni di dejà vù compaiono quando il parco riff dei Bloodshot, si prosta in adorazione del compianto Dimebag, un personaggio enorme per la scena musicale estrema, visto la fantasia e la genialità che lo contraddistingueva. Un musicista che ha fatto infinite schiere di proseliti, senza di lui quasi certamente non si starebbe qui a parlare di metalcore, deathcore, new wave of American metal, modern thrash...I Bloodshot omaggiano Dimebag ma anche Vinnie Paul, dato che l'utilizzo del pedale è identico a quello del drummer dei Pantera ( ed ascoltatevi " Lair 213 " per capire bene cosa intendo dire... ). La band di Bruxelles non cambierà certamente il corso degli eventi in ambito musicale, se si cerca qualcosa di epocale bisogna necessariamente rivolgersi altrove; ciò non toglie che questo secondo lavoro ( il primo per la nostrana Scarlet ) sia molto godibile, e tutto questo grazie ad un combo che sicuramente sa il fatto suo. Una band che ha speso gli ultimi 24 mesi on the road, divenendo così un'oliatissima macchina da guerra.

Se cercate una manciata di songs spezzacollo, per sfogarvi dopo le quotidiane spaccature di coglioni del vostro capoufficio, bene!!! Ecco a voi il disco terapeutico che cercavate. Un Bloodshot al giorno leva il medico di torno? Probabile...