Se il buongiorno si vede dal mattino, con gli
Overkill la giornata bella è totale; perchè i nostri hanno fatto l’ennesimo grande disco.
La compagine newyorkese capeggiata dall’inossidabile
Bobby ”Blitz” Ellsworth con questa nuova uscita mi ha fatto venire un gran sorrisone.
Ci sono voluti due anni da “
The grinding wheel” ma un’attesa tutto sommato breve perché è stata ripagata.
L’opener “Last man standing” è il classico pugno in faccia thrash metal; dopo un’intro quasi futuristica ma corredata da riffing grattuggiati e minacciosi ecco che il brano esplode travolgendo tutto e tutti.
Brano che ti stampa sul muro grazie a una solida base ritmica veloce, assassina, riffing serratissimi e la sempiterna voce graffiante e selvaggia del sempiterno Bobby.
All’interno una sezione meno veloce ma ugualmente potente, prima di scatenare i solos anche in armonizzazione della coppia d’asce
Linsk/Tailer.
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Head of a pin” è un brano che mi ha conquistato al volo, un riffone quasi sabbathiano su una cavalcata sferragliante di puro metallo; uno di quei brani che devi per forza fare headbanging, sezione ritmica terremotante e precisa e le chitarre grattugiano riff su riff e la potente produzione aiuta. Un brano veramente eccelso sempre con il buon singer sugli scudi.
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Welcome to the garden state”, dopo un breve campionamento vocale, è un brano velocissimo, graffiante e che recupera lo spirito hc che è nel dna dei nostri: chitarroni serratissimi, sezione ritmica veloce e precisa ma soprattutto i cori a dare ancora più enfasi al tutto e un solo da manuale.
Ah, dimenticavo, tendete bene le orecchie, perché qui nel finale c’è una citazione di uno dei più famosi brani di un certo
Springsteen; vediamo se indovinate di quale brano si tratta.
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Where a few dare to walk”, è un brano pesante, con un riffing oscuro e dissonante.
Mid tempo preciso, quadrato e minaccioso, la voce del nostro prende appieno il pathos generato dal brano pennellando vocalmente un quadro dalle tinte fosche.
Il brano ha anche un cambio di tempo più ritmato con cori, il solo è intenso e metal con un accelerazione e doppia cassa.
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Hole in my soul” chiude il disco con un brano devastante, velocita tellurica, riffing assassino di pura marca thrash metal.
Up tempo ricco di accelerazioni, le chitarre incrociano riff su riff, batteria che rulla e alterna accelerazioni a parti più cadenzate e una certa melodia di stampo heavy nel chorus.
Che dire se non "tanta roba"!, come direbbe un mio caro amico; un disco che si candida ad essere uno degli album più caldi dell’anno, perciò vi dico solo una cosa; mano al portafogli!