Era un po’ di tempo che non ascoltavo un bel disco stoner/desert rock, ricco di atmosfere sabbiose e voli chitarristici turbinosi e senza confini. Ultimamente solo gli Earthless ed i Wo Fat mi avevano regalato le stesse sensazioni di un rock libero da schemi, arioso, ipnotico e dal retrogusto cosmico. Ma i
Rainbow Bridge non provengono dalle assolate distese del sud degli Stati Uniti e nemmeno dalle desolate lande iperboree della Scandinavia, altra zona che ha offerto grandi contributi al filone, bensì dalla nostrana Puglia, terra di gente accogliente ed ottimo cibo.
Il trio di Brindisi pubblica un nuovo full-lenght, a distanza di circa un anno dall’Ep “Dirty Sunday”, confermando ed incrementando la buona impressione ottenuta. Lo spirito di Jimi Hendrix aleggia sui brani, d’altronde questa formazione nasce come tribute band del leggendario chitarrista, ma troviamo molto più di questo: cadenze Sabbathiane, schitarrate acide alla Blue Cheer, attitudine psych di Hawkwind-iana memoria, accenni di blues-roots e quant’altro. Tutto amalgamato in maniera meno dispersiva rispetto all’esordio e con l’aggiunta delle parti vocali, sempre ben calibrate dall’ottimo
Giuseppe “JimiRay” Piazzolla (chitarra e voce).
Dallo strumentale “Lama” in avanti, veniamo avvolti da una forma rock narcotica, stordente, vibrante, capace di integrare solide strutture hard (“
The storm is over",
Words”) a deliri jammistici di alta qualità che sconfinano nello space-rock (la bellissima “
No more I’ll be back”), costantemente esaltate da un tocco di malinconia che pervade l’intero lavoro e gli dona quel mood di magico incanto che tanto piace agli amanti del genere.
Certamente questo è un lavoro prevalentemente consigliato agli psyconauti del rock, ma anche la dimostrazione che noi italiani possiamo essere pienamente all’altezza delle formazioni estere in qualsiasi filone del panorama rock mondiale.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?