E’ un’autentica invasione di gruppi scandinavi dediti allo psychobilly o comunque correlati a questo genere che negli ultimi tempi sembra riprendere sempre maggior vigore e proseliti, riproponendo a breve distanza di tempo proposte, temi e talvolta schifezze inenarrabili. Gli Untamed si collocano in una posizione di media classifica, calcisticamente parlando appena al di sopra della zona retrocessione. Sarà che in questo ultimo mese e mezzo ho fatto veramente indigestione di questo tipo di musica, sarà che non riesco proprio a digerire la scelta di utilizzare lyrics a metà tra l’horror, il cannibalismo e le pratiche voodoo, fatto è che ‘Strange Unknown’, anche a distanza di qualche ascolto, non riesce proprio a convincermi. Troppo palese la riproposizione di concetti, strutture ed immagini sfruttati precedentemente. Troppo prolissa la tracking list che si dipana attingendo a piene mani dalla letteratura conosciuta: le fast songs ‘Postcards From The Grave’, ‘Zouweena’ e l’iniziale ‘The Cannibal King’, lo slow ‘Tears In Dead Eyes’, le retrò ‘Noctural Girl’ e ‘Monster Under My Bed’. Nulla che stoni veramente, l’immagine stilisticamente ineccepibile (anche per quanto concerne il booklet del disco), la produzione fortemente evocativa…manca però l’acuto di classe, la scarica di originalità che consente ad una band di fare il salto di qualità ed elevarsi dalla massa. La valutazione finale è duplice: per gli amanti del genere ‘Strange Unknown’ potrebbe palesare qualche motivo di interesse, per tutti gli altri please, tirare diritto senza passare dal via.
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