Copertina 8

Info

Anno di uscita:2019
Durata:54 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. A SILENT ARC
  2. WEIGHTLESS
  3. ALL I HAVE
  4. A SECRET ATLANTIS
  5. THE TIDAL
  6. END OF SILENCE
  7. CURRENTS
  8. DEPARTURE
  9. THE BEACON
  10. THIS OCEAN

Line up

  • Tom S. Englund: vocals, guitars
  • Rikard Zander: keys, backing vocals
  • Johan Niemann: bass, backing vocals
  • Henrik Danhage: guitars, backing vocals
  • Jonas Ekdahl: drums

Voto medio utenti

Avendo voi visto il video del buon Coroner (vero che lo avete visto? VERO??? in caso contrario recuperatelo qui e che la Gloria vi assista) sapete cosa si intende parlando di "disco boomerang".
Per il sottoscritto vi sono pochi dubbi: "The Storm Within" rientra appieno in questa categoria per la frequenza con la quale puntualmente "bussa" alle casse del mio stereo; capirete quindi le aspettative e la curiosità con cui attendevo l'uscita di "The Atlantic" (AFM Records) il nuovo lavoro degli svedesi Evergrey.
Il disco -l'undicesimo della band capitanata dal carismatico vocalist e chitarrista Tom Englund- chiude la trilogia relativa a quella grande avventura che è la vita denominata "Hymns for the Broken", iniziata con l'omonimo album nel 2014 e proseguita nel 2016 con il già menzionato "The Storm Within".
E' facilmente comprensibile quindi che i temi trattati nel nuovo full length parlino di relazioni, bellezza ed oscurità, fortuna e dolore, amore, odio, disperazione, gioia e tutte le mille emozioni connesse alla vita stessa; e che cos'è la vita se non un lungo viaggio attraverso gli oceani navigando verso spiagge lontane? Ecco quindi il perchè di "The Atlantic". (ringrazio -e non lo si prenda per piaggeria- la casa di distribuzione per aver fornito i testi insieme al consueto flyer di presentazione: utilissimi per capire ancora meglio il disco!)

Musicalmente gli Evergrey si muovono sempre lungo le rotte (ovviamente!) tracciate negli ultimi dischi quindi ripropongono quel progressive power metal che -dopo alcuni passi falsi- aveva ripreso vigore ed ispirazione, ma con qualche gustosa variazione.
Le prime due tracce "A Silent Arc" e "Weightless" infatti presentano dei riffs quasi "brutali" per gli standard del combo scandinavo che si muove sorprendentemente a proprio agio anche in questi territori; le melodie - vero trademark del gruppo- sono presenti ma restano sullo sfondo come la promessa di quiete dopo una burrasca imminente.
Calma che arriva con "All I have", brano in cui dopo una partenza al calor bianco, la voce cristallina di Englund unito ad un solo cadenzato e toccante ci guida dolcemente in acque più tranquille; è solo una breve tregua però perchè i marosi tornano a farsi sentire nella successiva "A Secret Atlantis", grazie agli ottimi dialoghi tra le tastiere di Zander e la sei corde di Danhage.

"The Tidal", unica traccia strumentale del lotto, proprio come un'onda di marea separa idealmente il disco: a partire da "End of Silence" infatti i brani si fanno più introspettivi, rallentati e maliconici anche nel songwriting; le sezioni di tastiera divengono meno incalzanti accompagnando e sostenendo una serie di refrain azzeccati, "Currents" e "Departure" sopra tutti.
In ogni traversata spesso la salvezza, e quindi il porto sicuro, sono indicati da un faro: "The Beacon" esprime proprio questa speranza ("I must find my beacon To let what’s dead come back to life ..") attraverso le sue strofe ipnotiche e ripetute.
Chiude il platter ed il viaggio la canzone "This Ocean" in cui la band con ripetuti cambi di tempo e di umore tira le fila di tutto il lavoro; molto bello il ritornello in cui Englund -senza strafare- si dimostra ancora in grado di emozionare.

A questo punto (...cavolo se mi sono dilungato...) mi chiederete: "Sì ma allora perchè mezzo voto in meno rispetto a TSW?"
Perchè a mio avviso mancano quei passaggi in cui senti le mani che sollevano l'anima e gli occhi pungono maledettamente, strofe che mi fanno emozionare ogni volta:
"It's not over
We'll soon be closer than before
Can't let this distance
Keep our destined souls apart
"
o ancora
"When darkness is falling
Want the world to burn
The fire to spread and there's nowhere to turn
At the end of the rope
I can't hold on
Want this world to burn
Want this world to burn
"
Sono comunque notazioni del tutto personali, quello che resta è l'ennesimo grande disco di una band che anche dopo oltre 20 anni di carriera resta fortunatamente ben lontana dal troppo metal "fast food" che ammorba la nostra musica preferita.

Evergrey - "Currents"




Recensione a cura di Alessandro Zaina
grande album

album davvero fantastico, i migliori Evergrey di sempre....

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