Dopo una lunga inattività discografica ( l'ultimo albun in studio risale al 1990 con "
Damned Nation "), il combo americano ritorna alla grande col nuovo "
Born To Fly" un lavoro che ci riporta alle sonorità glam/hard-rock degli eighties con qualche spruzzata di blues
Diciamo subito che il suono non è " sfacciato e festaiolo " come ad esempio quello di bands quali Steel Panther etc, qui è un pò più "maturo" e si snoda tra 4/4 in stile Ac-Dc periodo "
Moneytalk" per intenderci ( la titletrack, "
Brokenhearted Daydream", "
Inspiration From Desperation", "
Party Time") e rimandi agli Aerosmith del periodo "
Pump" ( "
She" ) anche se le radici sono sicuramente nel sound del Sunset Boulevard
Peraltro i Jetboy non sono mai stati baciati dalla fortuna a livello di mainstream e difatti si sono sempre mossi all'ombra dei più famosi Poison e Motley Crue, ma ciononostante hanno tuttora alcune frecce al loro arco
Innanzitutto il songrwriting
E' fresco, energico ed anche piuttosto duro in alcuni frangenti, si senta l'opener "
Beating The Odds" dalla linea chitarra-voce vagamente alla "
Steeler" dei Judas Priest (!)
In generale siamo di fronte ad un buon album di solido hard-rock con piccoli acuti di hard'n'blues quali "
Old Dog New Tricks", e "
Smoky Ebony" con uso di armonica e sleaze guitars, le ritmiche sono sempre piacevoli anche negli episodi più easy - "
Every Time I Go" - e non ci sono momenti di stanca, al contrario l'ascoltatore è sempre desto,
Difficile chiedere di più da un album hard-rock-glam targato 2019 ma composto da un gruppo con ben 36 primavere alle spalle!
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