Dal fertile e putrido underground americano giungono i
Noctambulist che, a discapito di un monicker ridicolo, tutto sono tranne che dei semiaddormentati o peggio degli incoscienti che non sanno cosa fanno … Il loro debut album “
Atmospheres Of Desolation” è un album che si candida prepotentemente ad essere uno dei migliori del genere per l’album in corso, infatti difficilmente riusciremo a trovare delle bands debuttanti che riusciranno a sorpassare e prevaricare il quartetto di Denver in ferocia, aggressività, cattiveria e voglia distruttiva … Prendete i
Portal, ripuliteli di un eccessivo cerebralismo e iniettatici una sana dose di primordiale ignoranza, poi frullate il tutto con un death metal classico, una voce cavernosa, ma mai pesante, e un tocco, ma proprio un tocco, di hardcore in your face ( “
Denial Of Autonomy”) , e otterrete un concentrato di pura follia. Queste sono le cinque canzoni (più intro) che compongono questo debut, un inno alla distruzione che sa essere ancor più efficace quando rallenta e poi deflagra (la title track o la successiva
“Jubilant Cataclysm” possono ben spiegare questo concetto), come un’onda che carica e poi sfoga tutta la propria primordiale potenza distruttrice, così i
Noctambulist rallentano, si ingrossano con il loro sound “grosso, marcio e claustrofobico” e poi sfondano gli amplificatori spazzando via tutto. L’impressione è che i 27 minuti dell’album, siano, incredibilmente, sufficienti e abbondanti allo stesso tempo … come da tradizione americana non c’è tempo per le boiate, non si perde tempo a filosofeggiare, si va dritti al sodo e si pensa a portare a casa il risultato, perché il fondo, è l’unica cosa che conta … Abbellito da un’ottima copertina misteriosa e ponderatamente oscura,
“Atmospheres Of Desolation” ci porta in un abisso di perdizione mentale, ci sballotta il fisico e la mente, tramortendoci e soffocandoci per poi lasciare in uno stato di morte apparente … Non sapevo cosa aspettarmi da questi semisconosciuti, i cui membri è bene comunque dirlo, non sono degli sbarbatelli alle prime armi, anzi la lunga militanza nell’underground americano ha accumulato in loro megatoni di rabbia e frustrazione ben incanalati e sfogati in questo album, l’alternativa sarebbero stati gli omicidi di massa … ringraziamo la
Blood Harvest per averci permesso di vivere questa esperienza in bilico tra la vita e la morte … Devastanti !
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