Già lo sospettavo al momento della richiesta di assegnazione, e la conferma non ha tardato ad arrivare: nella mia (discutibile) carriera di scribacchino metallico ho incontrato pochi lavori ostici da analizzare e descrivere quanto “
Melting the Ice in the Hearts of Men”.
La verità è che nulla, all’interno dell’entità musicale
Our Survival Depends On Us, risulta agevolmente inquadrabile.
Parliamo di una compagine
sui generis, che per descriversi ha saputo forgiare una definizione tanto elusiva quanto –per una volta- calzante: “
intense spiritual music”.
Il quintetto, in effetti, mette in mostra un approccio molto intimo e sentito alla propria arte: si pensi alla scelta di comporre e provare i nuovi brani in perfetto isolamento sulle montagne di
Salisburgo, o al piglio cantautoriale impegnato di molte
lyrics, o ancora alla poliedricità espressiva dei componenti (alcuni dei quali anche dediti a pittura, scultura e attivismo sociale).
Il
sound, come immaginerete, non è meno sfaccettato: partendo da una base
sludge /
doom, i Nostri avvolgono le composizioni in suadenti vesti
ambient, le cullano in echi
drone dal sapore quasi tribale ed in delicatezze strumentali proprie di certo
post rock, le scuotono attraverso sporadiche incursioni nel
metal classico e nell’
epic, animando i passaggi più emozionali attraverso suggestivi affreschi di
keys.
In soli quattro brani, benché di lunga durata, gli
Our Survival Depends On Us generano un microcosmo che si nutre di contrasti, che riesce a risultare elaborato e spontaneo al tempo stesso, a suonare in egual modo mesto e solenne, ad esprimere parimenti rabbia e malinconia, a dar voce allo sdegno per le storture che affliggono il mondo ed a promuovere un doloroso percorso di analisi interiore.
Un ruolo fondamentale, in tal senso, viene svolto dall’interpretazione delle linee vocali, in grado di tracciare una sorta di ponte canoro tra la stentoree interpretazioni di
A.A. Nemtheanga, le dolenti declamazioni di
Darren J. White e lo sciamanico nichilismo proprio di
Nick Cave.
Peccato solo per qualche passaggio parco di incisività (mi riferisco alla fascia centrale di "
Which God, Which King, Which Law Condemns Us To Everlasting Slavery?") o di focus compositivo (penso all’ipnotico ma dispersivo incedere della conclusiva “
Sky Burial”), peccatucci colpevoli di precludere alla band austriaca l’otto in pagella.
Poco conta: una proposta così particolare e di ardua catalogazione si fa giustamente beffe di giudizi e riscontri numerici del recensore di turno.
Ciò che importa, in fin dei conti, è che “
Melting the Ice in the Hearts of Men” susciti il giusto grado di interesse da parte di chiunque possegga il coraggio di scostarsi dal -sempre più battuto, ahimé- sentiero della consuetudine.
Con gli
Our Survival Depends On Us imboccherete un percorso più tortuoso e scosceso; forse in alcuni punti vi smarrirete, in altri vi coglierà lo sconforto, in altri ancora percepirete la tentazione di tornare indietro… ma se avrete la forza di perseverare, vi renderete conto di quanto appagante possa essere l’esperienza.
Ve la sentite di rischiare?
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