Romani, attivi dal 2017, i Solar Mantra esordiscono con il loro primo lavoro esteso "Away" per Argonauta Records. La loro attitudione è chiara e ben delineata: heavy-stoner/metal massiccio, roccioso, energico e determinato. Solido groove viscerale alla Orange Goblin ma anche aperture verso temi più catchy e stonerizzati sul genere Black Rainbows, questo in estrema sostanza è ciò che troviamo nel loro lavoro.
La formazione italiana ci mette entusiasmo ed una scrittura di ampio respiro, rendendo il materiale piuttosto vario e con diversi momenti decisamente validi. Una "Hard as a stone" con il suo brillante tiro classic-hard rock (profumo di seventies...) è certamente diversa dall'incedere arcigno e pulsante di botte adrenaliniche come "Stone rider" o "Hurricane", che appaiono molto più orientate verso il neo-stoner di Lo-Pan, Gozu e compagnia. Ma tutte scivolano via agilmente e con buona trasmissione di calore rock, grazie ai riff ed agli assoli ben centrati di Francesco Carretti, alle ritmiche flessibili della coppia Lombardi/Bianchini ed alla voce alcolica ed insinuante di Tommaso Santillo, nella scia di un Ben Ward meno incazzato.
Certo l'album è lungo e non tutte le canzoni appaiono determinanti, vedi tracce canoniche come "Monster of the abyss" o "Snake" che ricalcano schemi assai consueti, ma incontriamo anche soluzioni assai gratificanti come la virata narco-psych di "Solar mantra" o il desert-heavy groove di "Pacciani" (ricordate il "mostro di Firenze"?) che ha la consistenza tellurica di un pezzo dei Greenleaf o dei Sahg.

C'è molta energia in questo disco, voglia di colpire duro restando accessibili come nella migliore tradizione del rock più cazzuto. Ci sono anche idee e genuina passione, a completare una prova che non cambierà la storia della musica ma si rivela solida e positiva. Un buon fondamento per il gruppo di connazionali, che merita di essere supportato.