Il 2019 si apre esattamente come si era chiuso il 2018: Black Metal di altissima qualità.
L'esordio sulla lunga distanza dei danesi
Morild è, infatti, un album all'insegna della qualità, di quella qualità che, soprattutto in ambiti estremi come questo, è capace di riconciliarti con il concetto stesso di grande musica.
Sei brani di Black Metal, sei brani melodici, disperati, atmosferici, distanti e quasi impalpabili.
Sei brani che compongono il lunghissimo titolo di un album che, in italiano, suona più o meno come
"Quindi venne l’oscurità e mi prese sulla parola. Una nube oscura di ricordi in momenti cruciali ghiacciata dentro di me spero scompaia con la luce. Morire o essere liberi" e che ci fornisce lo "spaccato" di un gruppo particolare, certo distante da qualsivoglia stereotipo, un gruppo che sceglie di chiamarsi come il fenomeno della bio luminescenza del plancton e che, proprio come il suo nome, ci offre una musica luminosa ma sfocata, misteriosa ma capace di farti sognare, violentissima ma al tempo stesso ricca di intrecci melodici (che qui e la sfiorano il sublime), assolutamente straziante nei suoi momenti più atmosferici ed in grado di sprofondarti negli abissi marini dove la fievole luce del nutrimento di tanti pesci è l'unica luce.
Una musica, dunque, ricca di dicotomie. Aspra e dolce, come un inverno gelido che però "corre" verso la primavera.
"Så kom mørket..." non è "semplice" metallo nero.
Questa è musica che strazia l'anima, lacera la pelle e ti fa a brandelli.
Questo è il suono del dolore che alberga in ciascuno di noi e nel mondo intero.
Questa è pura magia di tastiere semplicemente spettrali e spettacolari, di chitarre sibilanti e inumano scream urticante.
Questa, come dicevo all'inizio, è grandissima musica che ti lascia attonito per la sua carica emotiva e per il suo saper essere così magniloquente e deliziosamente melanconica.
"Så kom mørket..." è, non ci giro più intorno, un capolavoro.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?