Copertina 7

Info

Anno di uscita:2019
Durata:31 min.
Etichetta:Slip Trick Records

Tracklist

  1. YEAR OF THE RAT
  2. BORROWER
  3. THE COIL
  4. EYE ABOVE
  5. DIATRIBE

Line up

  • Ben: vocals
  • Jon: guitars
  • Mike: guitars
  • Saki: bass
  • Joe: drums

Voto medio utenti

Già nel 2015 i MALUM SKY, giovani musicisti gallesi, precisamente di Cardiff, avevano attirato l’attenzione e la curiosità degli amanti del prog metal con un mini-LP omonimo contenente solamente 4 tracce che, pur non presentando particolari elementi di novità, avevano tuttavia un loro sound ben definito e la band si era fatta apprezzare per la sue doti tecniche e per la complessità della propria musica, senza tuttavia tralasciare la melodia.
Dopo 4 anni i nostri tornano con un nuovo mini-album intitolato “Diatribe” in cui tutte le caratteristiche intraviste nell’esordio discografico vengono ulteriormente affinate e perfezionate dando vita ad un lavoro davvero bello ed intenso, a tratti quasi sorprendente. Sin dalla opener “Year Of The Rat” ciò che emerge immediatamente sono le strutture elaborate delle chitarre che, se da un lato, affondano le loro radici nel djent metal, dall’altra parte danno vita a delle linee melodiche in continua evoluzione, mentre le ritmiche presentano un andamento assai irregolare e potente, infine la voce pulita ma grintosa (in alcune parti urlata al limite del “growl”) del singer Ben è finalizzata ad aumentare l’intensità emotiva che trasmette il brano. Atmosfere più inquietanti si possono invece riscontrare nella successiva “Borrower” , pezzo che inizialmente sembra essere molto più diretto del precedente ma che, progressivamente si fa più complesso e cresce anche emotivamente aumentando la tensione nell’ascoltatore, in questo senso contribuiscono anche le linee vocali e la sezione ritmica che talvolta assume i connotati di un pugno nello stomaco ricevuto che, pur facendo male, inevitabilmente rafforza lo spirito. Si passa poi a “The Coil”, altra traccia di enorme intensità, dove le chitarre di Jon e Mike svolgono un ruolo fondamentale, tessendo abilmente le complesse trame su cui si regge l’intera struttura del brano e dando vita ad assoli sopraffini dal sapore orientaleggiante che riportano molto vagamente alla memoria i Dream Theater di “Bombay Vindaloo”. Nella penultima traccia “Eye Above” , di cui proponiamo il lyric-video, oltre alla solita complessità tecnica del brano ed alla sezione ritmica sincopata, si possono apprezzare le linee vocali che, seguendo l’andamento del brano, si adattano spaziando dall’estrema aggressività alla pura intimità introspettiva e che vanno indubbiamente ad aumentare il pathos. Infine passiamo alla conclusiva title-track che, è una sorta di sintesi di quanto fin qua analizzato, in cui il perfetto connubio tra la complessità tecnica delle trame musicali affidate alle chitarre, l’andamento “a singhiozzo” della sezione ritmica e l’espressività delle linee vocali raggiunge probabilmente la sua massima espressione.
Insomma, in attesa di vederli alle prese con il loro primo full-length vero e proprio, visto che fino adesso hanno sfornato solamente 2 mini-album, questi MALUM SKY sono davvero una bella realtà e se è vero che nel 2019 è davvero difficile (impossibile?) oltrepassare i confini musicali di ciò che è già stato scritto in passato ed esplorare nuovi territori, non è detto che non si possa fare comunque dell’ottima musica con una personalità ed un sound comunque ben definiti e la band di Cardiff ne è un esempio lampante.

Recensione a cura di Ettore Familiari

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