Poniamo il caso di risvegliarci come per magia nel 1987 o giù di li, mettiamo ora che nella nostra collezione di LP notiamo un album di cui non sappiamo nulla, decidiamo di ascoltarlo e... per la miseria, ma chi sono?
Un nuovo album della vostra (fate voi il nome) thrash metal band preferita?
In realtà sono i
Black Mass band formata da soli tre elementi, nata nel 2012 a Boston, che e dopo qualche Demo e un Ep nel 2015 pubblica il debut album
“Ancient Scriptures” che però non ha dato le risposte che la band si sarebbe aspettata.
Ispirati da diverse band thrash anni 80 i
Black Mass propongono un sound crudo, vero e ovviamente retrò.
Attenzione: se non vi piacciono le chitarre ruffiane a ritmi super veloci, questa band non fa per voi.
Se non avete mai ascoltato thrash metal, a parte che sarebbe davvero abbastanza strano e comunque non ci crederei, questa band non fa per voi.
In
"Warlust" troviamo 9 canzoni essenziali, una valanga di riff da fare indigestione, assoli di chitarra eseguiti con competenza nonostante si senta che non sono fluidi al 100% e refrain che sembrano tutti già sentiti ma non per questo meno accattivanti.
la durata di ogni singolo episodio non supera quasi mai i quattro minuti, come ci si potrebbe aspettare da un album di questo stampo, eccezzion fatta per la carismatica
“Hellhounds”.
La band sa esattamente quando raffreddare le cose utilizzando tempi più lenti, vedi la strumentale
“Interlude”.
Sfortunatamente, i
Black Mass non fanno davvero
nulla di nuovo e nonostante tutte le band da cui affermano di sentirsi influenzati, il songwriting è ancora acerbo.
Per il resto tutto suona come dannatamente già sentito, ma con velocità di esecuzione pensate per non risultare noiose.
In conclusione, se volete rivivere la scena di thrash metal della metà degli anni’80 con i
Black Mass molto probabilmente avete trovato ciò che fa per voi, l’imporrante è non aspettarsi una sorta di remake dei vari
"Kill 'Em All",
"Reign in Blood" o
"Killing Is My Business" ...
Mettete su
“Warlust” per ricevere una immediata dose di adrenalina accompagnata da del sano headbanging, perché anche se siamo nel 2019, resta il dubbio che qualcuno dei
tre Black Mass, custodisca nel suo garage una
Delorean e sia giunto da noi direttamente dal passato.
P.S. l’album probabilmente meriterebbe la sufficienza piena o anche qualcosa in più, ma non ho potuto fare a meno di dare un 7 convinto, per il solo fatto che per
trentasette minuti mi hanno convinto tanto che i
“Warlust” è ancora in loop nel mio lettore.
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