Trent’anni fa non ti potevi sbagliare, era una battaglia fra consanguinei, da una parte i blackster norvegesi più duri e puri, dall’altra gli svedesi meno oltranzisti e più propensi alla melodia e così è stato per anni , anzi per molti di noi cresciuti con quelle sonorità, insieme alle bands allora adolescenti, la Norvegia rimane ancora la terra promessa … Al di la delle facili suggestioni però, oggi non è più così, infatti i due principali protagonisti della prima fondamentale ondata black, hanno un po’ allentato e lasciato spazio a Finlandia e Islanda, che ormai da un po’ di tempo a questa parte si sono presi la scena, proponendo una miriade di bands una più interessante dell’altra. Così come fu per la Svezia, la Finlandia di oggi rappresenta il movimento black più accessibile e più melodico e questi nuovi
Sarastus non fanno eccezione. Il nuovo
“Enter The Necropolis” è un vero e proprio manifesto del “nuovo” black metal finlandese, ben suonato, arrangiato divinamente e soprattutto melodico , di quel melodico velato di malinconia come solo le bands provenienti dalla terra dei mille laghi sanno essere. Dall’opener titletrack , passando per
“A Prayer To The Void” e finendo con
“Pavane”, vero “inno” della band, è un susseguirsi di riffs affilati, taglienti e … melodici!, che ti si stampano subito in mente e marchiano le songs indelebilmente. I paragoni potrebbero essere i soliti, ma volendo essere “originali” nella descrizione potremmo pensare a
Sarastrus come all’incontro della fiera malvagità dei
Malum (assolutamente troppo sottovalutato il loro
“Night Of The Luciferian Light”) con la classe cristallina dei mai troppo compianti
Alghazanth, dai quali traggono indubbiamente il gusto melodico fine ed accentuato. In mezzo a tutto questo “moderato estremismo” si segnala
“With Hate And Flaming Visions” che esce sicuramente dallo spettro sonoro proposto con la sua attitudine “melodico-stradaiola” (diciamo una sorta di
Turbonegro black oriented o degli
Impaled Nazarene rockeggianti) che se fosse stata supportata da un cantato pulito, sarebbe potuta essere un potenziale hit … Al di là di questo piacevole “imprevisto”,
“Enter The Necropolis” potrebbe essere ingiustamente tacciato soltanto come “un altro disco dell’ennesimo gruppo black finlandese” e invece è semplicemente l’ennesima perla di un movimento estremo che non sembra conoscere flessioni … Lunga vita ai mille laghi!
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