Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2019
Durata:65 min.
Etichetta:Transcendance

Tracklist

  1. L'APPEL DU VIDE
  2. LA DéBâCLE
  3. ENDURER POUR éPROUVER LA CANDEUR
  4. VALSE MéLANCOLIQUE
  5. LANGOUREUX VERTIGE
  6. L'ESPOIR EST LE DERNIER à CREVER
  7. LE RAPPEL DES PLAINES

Line up

  • Brouillard: drum programming, guitars, keyboards, vocals, bass

Voto medio utenti

Il ritorno della band francese J’ai Si Froid è l’ennesima interessantissima sorpresa di questo inizio d’anno, e non è la sola, infatti Brouillard (che vuol dire “nebbia” in francese) che avevamo già conosciuto con l’omonimo progetto, ha deciso di occuparsi completamente da solo anche di questo progetto, interrompendo il sodalizio con Dunkel, che durava sin dagli esordi. Non si puo’ dire che questo split sia stato una sciagura, infatti Brouillard è riuscito a confezionare un album dalle mille sfaccettature emozionali, tutte, ovviamente, tendenti al grigio, ma veramente intense e toccanti. Rispetto al lavoro svolto con l’altra sua creatura omonima, l’artista francese in questo caso propende per un approccio meno estremo e più ragionato, anche se ad un primo ascolto, i due progetti potrebbero comunque essere complementari … Uno dei punti forti di quest’album è senz’altro l’uso delle tastiere, capaci, come nella stupenda ed elegiaca “Endurer Pour Eprouver La Candeur”, di creare delle atmosfere eteree, sognanti ed evocative come non mai, avvolgendo l’ascoltatore in un tourbillon di emozioni che provocheranno il distacco terreno e l’approdo in un mondo “fatato” ed immobilizzato nel freddo eterno … Non appena le prime note di “Loins Des Hommes” vi cattureranno non sarà difficile pensare a J’Ai Si Froid come alla risposta transalpina ai cugini canadesi Brume D’Automne o agli svizzeri Paysage D’Hiver, vista l’indole emozionale e ambient che aleggia in tutte le formazioni citate. A differenza delle bands di riferimento, J’Ai Si Froid pecca ancora un po’ in fase di registrazione e nella scelta dei suoni che sono oltremodo confusi e underground, soprattutto nelle parti più tirate, creando una certa sensazione di “disagio sonoro” che non aiuta alla perfetta fruizione del lavoro. Se è vero che da questo punto di vista, una maggiore pulizia dei suoni non avrebbe fatto male, è altrettanto vero che questa scelta più low-fi, contribuisce ancor di più a mettere in risalto l’aspetto emozionale e attitudinale del progetto, tutto incentrato e concentrato nella proposta musicale e poco incline alla cura dell' esteriorità … Nonostante questo lato negativo che potrebbe scoraggiare qualcuno, vi invito comunque a farvi trasportare nel mondo di Brouillard, chiudere gli occhi, sgomberare la mente e vagabondare in una landa infinita e desolata, con alberi che si intravedono all’ orizzonte, schermati dalla nebbia, mentre i corvi beccano nella spoglia radura e il freddo umido vi penetra le ossa …

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