Ritornano i danesi Pyramaze con il loro secondo album, nuovamente fronteggiati dal cantante statunitense Lance King (Balance Of Power, Empire, Gemini...), e riprendono il discorso iniziato due anni fa con il debutto "Melancholy Beast". Infatti, l'aria che si respira dal nuovo "Legend of the Bone Carver" è quella di un Power Metal moderno, melodico ed al contempo aggressivo, in una prospettiva vagamente progressive, assicurata più che altro dalle tastiere di Jonah Weingarten, sempre presenti ma mai ingombranti.
Le ritmiche e le accelerazioni dell'accattivante "What Lies Beyond" (chissà se Tomy King, il bambino che compare nel brano, è il figlio di Lance?) e di "Tears Of Hate", ricordano i Brainstorm, e se i Pyramaze non sono altrettanto potenti, dimostrano di possedere la stessa capacità e fluidità nel songwriting.
A variare i temi del disco troviamo la (solita?) ballad, "She Who Summons Me", in realtà nemmeno malaccio e con tanto di presenza femminile nei chorus, e sopratutto un pezzo come la saltellante "Bring Back Life", dai marcati connotati folk che sanno un po' di Skyclad,
Dell'album, oltre alla bravura di Lance, non si può evitare di apprezzare la prova del vero leader del gruppo, il chitarrista Michael Kammeyer, autore anche della stragrande maggioranza delle canzoni, affiancato in quest'ambito dal solo Jonah Weingarten, al quale dobbiamo la semplice ma efficace "Blood Red Skies" (praticamente uno strumentale che sorregge una parte narrata) e l'intro "Era Of Chaos".
Ben suonato, strutturato e scorrevole, cantato alla grande e prodotto con criterio. Quindi un album interessante!
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