Debutto sulla lunga distanza per gli statunitensi
Gridfailure, progetto dietro cui si nasconde l'opera solitaria del polistrumentista
David Brenner e che fin da subito si configura come una proposta musicale piuttosto impegnativa nonchè di difficile catalogazione:
"Sixth Mass-Extinction Skulldugery I" è un disco malato ed oscuro, capace di mettere a disagio l'ascoltatore con la sua miscela disturbante di dark ambient, quache inflessione industrial e le vocals disperate di Brenner. Di metal in senso stretto dentro questo album non ne troverete certamente, ma la sua carica emotiva estremamente negativa rende la proposta musicale dei Gridfailure appetibile per chi abitualmente si ciba di musica estrema: "Sixth Mass-Extinction Skulldugery I" ci da in pasto 8 brani in larga parte strumentali, in cui sono le tastiere ed i synth a dominare la scena e resi ancora più estranianti da una vena quasi industrial, con freddi campionamenti capaci di rendere ancora più estraniante la musica di questo progetto, che in certi frangenti mi ha riportato alla mente qualcosa di Ben Frost, ma riproposto in un'ottica più alienante e disumanizzata. Come detto in apertura, "Sixth Mass-Extinction Skulldugery I" non è un disco semplice e la sua natura quasi interamente strumentale può renderlo inviso a molti ascoltatori, ma se ascoltato con attenzione e nel mood giusto si tratta di un lavoro che fa della sua negatività intrinseca il proprio punto di forza. Più che un album, potremmo definire questo lavoro un viaggio nelle pieghe più malate della mente umana e dell'espressione artistica. Da maneggiare con cura.
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