Qualche recensione fa stavo riflettendo sul ruolo “marginale” che ormai la Norvegia sta via via assumendo nell’attuale scena black, per lasciare sempre più spazio a Finlandia e Islanda … qualcuno si deve essere risentito nella terra dei fiordi e puntuale è arrivata la “smentita” ai miei pensieri …
“Krigsdoger” il nuovo album di
Gjendød, rimette infatti le cose (un po’) a posto, riportando l’attenzione la dove è sempre stata, questa volta però si esce dal “dualismo” Oslo/Bergen e si sale su verso il circolo polare, fino a Trondheim, per immergersi in un album spettacolare, vario e mozzafiato come i paesaggi naturali che è solita fornirci la Norvegia … Avendo apprezzato molto il debut
“Nedstigning” del 2017 vista la sua chiara devozione ai migliori
Dark Throne, mi sarei aspettato e augurato che
Gjendød continuassero su questa via, vista la totale mancanza di qualità degli ultimi album della band di
Fenriz, invece
K e
KK (guarda caso un altro duo) sono andati ben oltre, sorprendendo in positivo, grazie alla proposta di 9 brani uno migliore dell’altro e uno diverso dall’altro. E’ forse proprio l’eterogeneità della proposta il vero leit motiv dell’album e la sicura marcia in più, infatti basta ascoltare i primi tre pezzi dell’album per rendersi conto che la band di Trondheim non ha lesinato alcuna idea a livello compositivo, proponendoci così dei pezzi più lenti e sulfurei come
“Livet Ditt” e
“Å Puste Liv I Råttent Kjøtt”, altri più mid tempos, evocativi e sinistri (
“Hold Pusten”), senza però dimenticare il sano assalto distruttivo degno di ogni grande black metal band che si rispetti (
“Når Sårene Er Renset” e
“En Pålagt Byll” o la title track, dove affiora addirittura qualcosa dei primi
Emperor). Il sound dei
Gjendød è maturato, si è perfezionato ed è diventato più affinato, meglio rifinito e più “complesso”, senza per questo perdere un briciolo della cattiveria e della rozzezza che lo contraddistingue e lo anima sin dagli inizi. E’ un po’ come se il gotha del black metal degli albori (
Gorgoroth/
Dark Throne/
Satyricon) abbia deciso di riunirsi in un’unica band per ristabilire e restaurare la superiorità norvegese sul metallo nero … Sono assolutamente sicuro che
“Krigsdoger” non vi stancherà neanche dopo continui e assidui ascolti, anzi, come un’oscura opera d’arte riuscirà a risplendere e a stupire ancor di più ogni volta che lo suonerete, e quando sarete riusciti ad impossessarvi della sua diabolica essenza la vostra anima sarà perduta per sempre. True Norwegian Masterpiece!
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