Arrivano dalla Danimarca questi Eciton, quartetto che prima di questo esordio era conosciuto con un altro monicker, ossia Indespair. La loro etichetta, la Adipocere, me li spaccia come una melodic death band, ma su questo punto non ci siamo proprio. In questo debutto di melodia c'è ne veramente pochissima, e quando viene fuori dai solchi del cd è sempre filtrata sotto un'ottica malsana e violenta che solo le brutal death band possiedono nel loro bagaglio tecnico. Brutal death, ecco cosa propongono questi cinque musicisti, sulle scene musicali da 12 anni. L'esperienza accumulata nel tempo si fa sentire subito: produzione perfetta, tecnica sopraffina, rabbia e grinta da vendere. Pagano leggermente dazio sul discorso originalità e varierà, ma in ambito brutal death è giustamente consentito, visto che il suddetto genere non è nato per illuminare le masse. Il disco è bello quadrato, trasudando sangue e cattiveria da ogni singolo brano; le chitarre giocano sovente a rincorrersi, gettando il più delle volte il brano dentro ad un tunnel infuocato dal quale se ne esce a fatica, provati fisicamente ( da sessioni di headbanging garantite ) ma appagati in pieno per quanto concerne la mente. Un brutal death convincente, diligentemente piegato ai servigi di tutti quei dettami stilistici che una band come i Cannibal Corpse insegna da anni. Un suono caldo, così carico di groove da risultare soffocante, un growling sparato ad arte, un drumming poco fantasioso ma ugualmente convincente, vista l'incredibile energia profusa su tutti i 38 minuti del disco. Un disco non epocale, che non segna la storia del genere, questo è chiaro. Ma risulta essere comunque un buon lavoro, consigliatissimo a tutti gli amanti del brutal, anche se credo che pure i thrashers più incalliti troveranno pane per i loro denti. Promossi.
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