“
Ragione, io ti sacrifico alla brezza della sera.”
(
Aimé Cesaire)
Credo di essere una delle persone più ferocemente razionali e compassate che possiate mai incontrare nel mezzo del cammin di vostra vita. Tutto quanto non sia spiegabile o dimostrabile per me non esiste, e nel mio mondo non v’è spazio alcuno per sdrucciolevoli suggestioni, inconsulte svenevolezze, sbalzi umorali e reazioni scomposte.
O quasi.
La lacrimuccia appena trattenuta al concerto dei miei
Maiden o l’esultanza interiore all’insperata vittoria della squadra del cuore, ad esempio, costituiscono sporadiche incrinature alla corazza di misurato decoro costruito in anni e anni di duro lavoro.
Ebbene, quest’oggi aggiungo volentieri all’elenco delle lievi scalfitture il crepuscolare fascino esercitato dal nuovo
EP (quasi interamente) acustico dei
Witherfall, intitolato “
Vintage”.
Sia chiaro: sono ben lieto di denunciare tale debolezza. D’altro canto, già la versione del brano presente sul
full "
A Prelude To Sorrow" è un piccolo grande capolavoro di rabbiosa mestizia, un saliscendi emotivo in cui sembra di udire
Nevermore e
Jag Panzer che uniscono le forze per rimaneggiare “
One” dei
Metallica.
In sostanza, parliamo di undici minuti tra i meglio investiti della mia carriera di ascoltatore.
Sulla base di tali premesse, costituiva impresa titanica inquadrare un pezzo così significativo sotto una nuova luce (si fa per dire), eppure la compagine californiana è riuscita nell’intento.
Costruendo un interessante
medley suddiviso in tre parti, ed inserendo nel periodo intermedio "Nobody Sleeps Here..." (dal debut "Nocturnes And Requiems"), i Nostri hanno saputo dar vita (si fa sempre per dire) ad una rielaborazione densa, carica di pathos, eseguita ed arrangiata alla grande –si segnalano, sotto tale profilo, gli interventi del nuovo tastierista
Alex Nasla e del percussionista
session James "
Timbali"
Cornwell, già con gli
Earth Wind & Fire-.
Ottimi anche i suoni ottenuti negli
Harmony Recording Studios, in quel di
Hollywood.
La nuova veste di “
Ode to Despair”, dal canto suo, si giova di una tessitura strumentale squisita, degna degli
Ark di “
Heal the Waters” (a proposito di capolavori), mentre "
The Long Walk Home (December)", pezzo sino ad oggi ad esclusivo appannaggio del mercato nipponico, mette in mostra un
mood ipnotico, quasi onirico, che ha rievocato alle mie orecchie alcune atmosfere di “
The Perfect Element I” dei
Pain of Salvation (sempre a proposito di capolavori).
Anche la
cover di “
A Tale That Wasn't Right” -
Helloween, che ve lo dico a fare?- può venir annoverata tra i punti di forza di “
Vintage”: davvero drammatica ed intensa, con un
Joseph Michael sugli scudi.
Meno succulenta, per quanto mi riguarda, “
I Won’t Back Down” (
Tom Petty), forse unico passaggio sorvolabile di un
EP che, in ogni caso, si fa apprezzare sotto ogni altro profilo, incluso il goticissimo
artwork di copertina dal sapore
vintage -per l’appunto- dell’intramontabile
Kristian Wåhlin.
Fate come me: sacrificate la ragione al fascino dei
Witherfall.
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