Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2019
Durata:27 min.
Etichetta:Dawnbreed Records

Tracklist

  1. MORTALITY UNLEASHED
  2. INCANTATION OF THE GROTESQUE
  3. SANCTIFYING PUTRESCENT
  4. MALICIOUS PREDOMINANCE
  5. SACRILEGIOUS CONGREGATION
  6. IMMINENT VIOLENT DEATH
  7. MORBID HABITATION
  8. PROCESS OF DEHUMANIZATION

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Sette anni sono passati dal debutto "The Obscurity Within", che ai tempi non mi colpì assolutamente a causa di un songwriting non abbastanza convincente ed ispirato. Quasi un decennio e tre album in studio dopo, la mia strada e quella degli olandesi Entrapment (o meglio, dell'olandese Michel Jonker in qualità di tuttofare) si incrociano nuovamente, e quindi perchè non dare una possibilità a questo "Imminent Violent Death", quarto lavoro in studio del progetto? Nonostante i tanti anni, sono sufficienti poche note dell'iniziale "Mortality Unleashed" per rendersi conto che a livello musicale il progetto è rimasto fedelmente attaccato alla causa del death metal più tradizionalista ed ortodosso, legato per lo più alla scena scandinava e che vede in band come Dismember e Entombed i propri padri putativi: in generale quindi gli otto brani del disco fanno propria l'irruenza del death metal, con chitarre dal sound grezzo e ribassato che fanno bella mostra di sè, mitigando parzialmente l'assalto sonoro con cupi rallentamenti e mid tempos (vedasi "Malicious Predominance"), ma personalmente mi sarei aspettato un miglioramento ed una maggiore incisività a livello di songwriting, visto che ormai la band di gavetta ne dovrebbe aver fatta abbastanza. Purtroppo invece quello che ci si ritrova ad ascoltare è un lavoro da cui emergono in maniera lapalissiana le influenze degli Entrapment, i quali però non riescono a suonare convincenti nemmeno su questo "Imminent Violent Death": i riff suonano piatti e scontati ed i brani scorrono via inoffensivi, senza mai un guizzo interessante o senza un brano che riesca a colpire chi ascolta. Non basta nemmeno il buon lavoro in chiave solista, che si sforza di proporre assoli scevri di qualsiasi rumorismo e incentrati invece sulla ricerca melodica e sulla struttura dell'assolo stesso, per risollevare un lavoro che, per quanto sentito e genuino, non ha davvero le carte in regola per farsi notare, nemmeno tra i palati meno esigenti in fatto di death metal.
Dopo quattro dischi, gli Entrapment paiono destinati a rimanere nell'ombra ed urge un drastico cambio di rotta per potersi affermare all'interno di una scena che attualmente ha molto di meglio da offrire.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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