Quando si parla di
hard melodico tedesco è praticamente inevitabile evocare modelli artistici del calibro di Scorpions (innanzi tutto ...), Casanova, Zeno, Bonfire e Frontline. La ricerca di degni successori di cotanti numi tutelari è sempre all’ordine del giorno, e in quest’ottica è fatale valutare l’opera dei
DeVicious, gruppo di Karlsruhe giunto alla seconda prova discografica sulla lunga distanza.
L’ascolto di “
Reflections” rivela, in realtà, che oltre a subire gli effetti delle suddette influenze, la
band volge il suo sguardo ammirato pure verso la penisola scandinava, dove oggi si concentra l’aristocrazia di questi linguaggi sonori.
Così, se la presenza di
Age Sten Nilsen (Ammunition, Wig Wam) in veste di gradito ospite appare in qualche modo come la certificazione di tale suggestione, agli appassionati del genere non rimane che lasciarsi sedurre da un albo abbastanza adescante e coinvolgente, edificato su composizioni di buona fattura, suonate e cantate con perizia e sensibilità ed egregiamente prodotte (dal bassista
Alex Frey, anche principale
songwriter della formazione teutonica).
Pilotata dalla valente e duttile ugola del serbo
Zoran Sandorov (
aka Mister Sanders), l’opera si apre con un’intrigante e trascinante “
Long way home” per poi piazzare, anche per merito del riuscito duetto vocale con
Nilsen, uno dei momenti più ammalianti dell'intero programma, intitolato “
Never let you go” e intriso di un
poppettoso e sfarzoso ardore
ottantiano.
Dopo la Scorpions-
esca e solo discreta “
Understand”, tocca alla grintosa “
Desire” rintuzzare l’attenzione, mantenuta su apprezzabili livelli grazie alla ruffianeria di “
Hungarian girl” e al coro contagioso di “
Flying”, in grado di attrarre i tanti estimatori dei migliori Bon Jovi.
Un altro brano leggermente più interlocutorio, “
Saturday night”, prepara il terreno alle brillanti melodie “adulte” di “
We’re dying” e “
Run together”, mentre con la gradevole “
Feel the heat” e la vivace ballata pianistica “
Manhattan memories” si conclude un dischetto parecchio altalenante nell’impatto emotivo, che colloca i
DeVicious nell’affollata categoria dei gruppi di valore e tuttavia al momento non del tutto attrezzati per sostenere adeguatamente il peso di un’eredità davvero troppo gravosa … ciononostante, dedicargli un po’ del vostro “tempo di qualità” è da considerarsi una scelta opportuna e (moderatamente) appagante.
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