Considerati dalla loro stessa etichetta, che ha investito molta fiducia nel gruppo e in questa nuova ondata di symphonic metal (la
Delauney è stata anche membro del supergruppo tutto al femminile delle
Exit Eden), i
Visions of Atlantis sembrano vivere una resurrezione negli ultimi due anni. Risolti i problemi di line-up, elaborato anche il lutto della vocalist originale
Nicole Bogner (prematuramente scomparsa all’età di 27 anni per una brutta malattia), l’anno passato vede il gruppo austriaco tornare sulle scene con un album tutto nuovo, considerato dai membri stessi un lavoro seminale. E sembra che questa nuova uscita live lo dimostri. In occasione del festival
Symphonic Metal Nights tenutosi nella loro Vienna, i Visions of Atlantis pubblicano la performance della serata, con qualche sorpresa, ma soprattutto con il desiderio di regalare un resoconto positivo del loro nuovo corso (almeno per i fan, vincente).
Nulla si può criticare di questa uscita, né tantomeno della prova del quintetto. L’ultimo lavoro viene proposto cristallino e preciso in tutte le sue canzoni, con una performance che è canto del cigno del cantante
Siegfried Samer, sostituito proprio durante il concerto dal nostrano
Michele Guaitoli, in grado di mantenere alto il livello della band. Un orgoglio in più per i fan italiani, inclusi tutti gli altri. Però la pubblicazione pare lasci un po’ il tempo che trova. Ad un anno di distanza dall’ultimo lavoro, la Napalm sembra aver più voglia di battere il ferro finché è caldo, ed ecco così questa uscita, che sarà gioia per chi ha avvertito un colpo di fulmine per l’ultimo “
The Deep and the Dark”, ma che davvero non aggiunge nulla al percorso della band. Anzi, considerando comunque il successo un po’ limitato del disco, se non della band stessa, questo live potrebbe venir additato da molti come l’ennesima pubblicazione commerciale, molto seducente dal punto di vista della forma, ma priva di sostanza.
I Visions of Atlantis sono un gruppo piacevole, preparato, ma nella stessa scena la storia degli ultimi dieci o quindici anni ha raccontato qualcos’altro. Il loro nome non è mai stato in grado di spiccare da quest’immenso oceano fatto di band heavy/power che mescolano suono neoclassical e voci femminili; il symphonic metal come lo conosciamo, inaugurato da “
Oceanborn” negli anni ’90. Ovviamente un disco obbligatorio per chi ama il gruppo, ma tutti gli altri, che anche solo vorrebbero ascoltare del buon symphonic metal, possono tranquillamente cercare risposte in nuove glorie (
Beyond the Black su tutti) o dare un ascolto all’ultimo
Within Temptation.
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