Settimo album di lunga durata per i veterani
Cirith Gorgor, sostanzialmente i padri putativi della scena black metal olandese all'interno della quale, prima come Dark Sorceress e poi con il monicker attuale, i nostri si muovono sin dal lontano 1993.
Settimo lavoro dicevo, settimo sigillo di una carriera da sempre devota alla nera fiamma anche se, purtroppo, il gruppo non è mai riuscito a ripetere i fasti dell'esordio "Onwards to the Spectral Defile", mantenendosi, comunque, sempre su livelli discreti che hanno garantito al gruppo il rispetto di praticamente tutti.
Rispetto che io continuo ad avere per
Roel Berger e soci sebbene
"Sovereign", questo il titolo della settima fatica, sia un album formalmente perfetto ma povero di contenuti.
Perfetto nella forma perché il black metal "moderno" dei
Cirith Gorgor, in questo caso influenzato dai Funeral Mist, risulta essere feroce, prodotto molto bene, ben bilanciato tra pezzi più veloci e momenti più "misurati" e suonato con la dovuta perizia da gente che conosce benissimo la materia.
Povero di contenuti perché, spiace dirlo, nonostante ripetuti ascolti non ho colto idee vincenti, partiture da ricordare o atmosfere affascinanti.
"Sovereign" mi è sembrato un disco freddo, non nel senso "black" del termine, privo di mordente e senza un'anima precisa: i
Cirith Gorgor, praticamente, hanno svolto il loro compito con il pilota automatico ma si sono scordati la cosa più importate per una band come la loro ovvero la convinzione.
Spero si tratti semplicemente di un passo falso e non della fine di un gruppo storico che, comunque, il suo spazio nella storia del metal estremo se lo è già ritagliato.
Alla prossima.
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