Prima di cimentarmi nell'ascolto di "
The Endless Endeavour", secondo disco del giovane combo belga
Drawn Into Descent e primo sotto l'egida della
Avantgarde, ho voluto recuperare il disco omonimo d'esordio per avere un quadro il più completo possibile circa il lavoro della band dei fratelli Verheulpen.
Posso senza dubbio affermare che i progressi compiuti in quattro anni dal quartetto di Mechelen sono impressionanti sia dal punto di vista della complessità del suono - "
Drawn into descent" ancorchè interessante era sicuramente un lavoro acerbo- che soprattutto della ricchezza e della profondità del songwriting.
Le coordinate sonore lungo le quali i
Drawn Into Descent si muovono sono sempre le medesime, quelle del black metal atmosferico che spesso sconfina in sonorità post black e shoegaze specialmente nel suono opulento e grasso delle chitarre e nelle urla lancinanti e furiose, perfette per conferire drammaticità alle composizioni.
Ma il cuore pulsante che anima i cinque brani di "
The Endless Endeavour" non è nella -seppur ottima- capacità di creare musica emotivamente coinvolgente: esso invece risiede nell'abilità dei musicisti di riversare in essa la propria anima fondendola alle partiture abrasive che la compongono.
L'intero album è ispirato alla ripetitività infinita - all' "impresa senza fine" appunto- che è l'esistenza di tutto: dalla natura, all'uomo, alla terra stessa; poichè ogni cosa ha un principio ed una fine ogni gioia è destinata a terminare e pertanto è inutile in quanto non potrà durare.
L'unico attimo in cui ci si può cullare è il qui ed ora, un attimo che viene spazzato via dallo scorrere inesorabile e ciclico del tempo.
Esemplare in tal senso il dittico centrale composto dalla strumentale "
Death..." che si completa nella successiva "...
Embrace me": persino la morte non è che un nuovo inizio e dunque nemmeno in essa vi è l'oblio eterno.
La profonda malinconia che permea tutto il lavoro diventa palpabile grazie al lavoro delle due chitarre che regalano lunghissime aperture melodiche, ossessive e sognanti.
"
The Endless Endeavour" fa parte di quei dischi che rinnovano in me lo stupore e la meraviglia per quante emozioni, quanta bellezza vi sia all'interno di uno stile comunque estremo e così spesso vituperato.
I
Drawn Into Descent hanno creato - grazie alla loro crescita artistica esponenziale- un piccolo gioiello che, per essere apprezzato e soprattutto capito nella sua complessità, va ascoltato dandogli tutto il tempo e l'attenzione che merita senza la fretta del tutto e subito; una volta sedimentato sarà un ristoro per anime tormentate ed inquiete.
"Il dolore è il gran maestro degli uomini. Sotto il suo soffio si sviluppano le anime."(M.von Ebner-Eschenbach)
Drawn Into Descent - "
Wither"