Cos’è l’esperienza ? E’ una capacità acquisita tramite il contatto con un determinato ambiente della realtà … a cosa serve ? A prevenire, o forse anche a prevedere, delle situazioni spiacevoli, o magari semplicemente a capire prima cosa ci attende di li a poco … e allora se su una copertina in bianco e nero, disegnata anche decentemente, c’è un demone alato che celebra un sacrificio umano (femminile ovviamente) e il gruppo si chiama
Genocide c’è poco da fare i filosofi … black-thrash ? Più black che thrash con una ritmica monocorde, uno screaming afono e una fantasia al di sotto dello zero … Non essendo mai stato un fanatico dell’originalità, non mi turba di certo ascoltare qualcosa che mi aspettavo esattamente così, e che la mia esperienza mi suggeriva, purtroppo però, quando ti aspetti qualcosa è proprio il caso in cui “aumenti” le aspettative e quando queste vengono clamorosamente disattese, la delusione non può che essere ancora maggiore. Nei 42’ abbondanti dell’album non c’è un sussulto che sia uno, non c’è mai un riff, un break o anche solo uno screaming che possa ridestare dal clima soporifero (e noioso) che si crea quasi da subito … Sono passati otto anni per ascoltare il seguito di
“Eerie Evocation” ma sinceramente una volta riusciti a finire l’ascolto di
“Demonic Rituals In The Shadow Of Endless Hellfire” non si vede l’ora che ne passino almeno altrettanti per un eventuale quarto album … A forza di ascoltare discreti/buoni e ottimi album, mi ero quasi dimenticato che la scena metal è piena anche di inutili riempitivi … senza alcun rancore personale, ma è meglio che ci salutiamo adesso …
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