Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2019
Durata:48 min.
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. ARCTIC GALES
  2. NEVERENDING
  3. IN THE DARK
  4. BATTLES IN THE NIGHT
  5. WINTERFALL
  6. UNSPOKEN
  7. LOST IN TIME
  8. THE WOLF AND THE MAIDEN
  9. FOREVER
  10. ENTHRONED
  11. CROWNED IN FROST

Line up

  • Talia Bellazecca: guitars
  • Filippo Zavattari: bass
  • Alberto Mezzanotte: drums
  • Federico Mondelli: guitars, keyboards, vocals
  • Giada "Jade" Etro: vocals (female)

Voto medio utenti

Da anni si sente dire che il power metal, quello europeo sia chiaro, stia attraversando una profonda crisi di identità e che vi sia una generale carenza di ispirazione, sia in quei gruppi storici che hanno reso grande il genere, sia in quelli più giovani, che inevitabilmente si rifanno ai primi, considerando che ormai non sono rimasti poi molti i territori inesplorati. Non vi è dubbio alcuno, che il power, sotto certi aspetti, sia ormai saturo, avendo probabilmente dato il meglio di sè nel periodo che va dalla fine degli anni ’80, fino all’inizio del millennio, tuttavia affermare che il genere sia definitivamente morto, come spesso ama dire qualche presunto esperto del settore, appare un’esagerazione, in quanto a volte capita di entrare in contatto con giovanissime bands che, pur non essendo innovative (ma chi può esserlo nel 2019?), danno luogo a dei lavori freschissimi ed intensi.
E’ questo il caso dei milanesi “Frozen Crown” che, dopo l’ottimo debut dello scorso anno intitolato “The Fallen King”, tornano nuovamente in pista con questo “Crowned In Frost” confermandosi, ancora una volta, una delle realtà più interessanti del panorama metal italiano.
Dopo la breve intro “Arctic Gales”, l’inizio dell’album è affidato a “Neverdending”, pezzo che si regge su dei riffs di chitarra di matrice chiaramente “Tolkkiana”, e difatti immediatamente l’anima e le orecchie dell’ascoltatore vengono irradiate di quel gelo tipicamente nordico, che ghiaccia istantaneamente tutto ciò che incontra lungo il suo cammino, come accadeva appunto per i migliori Stratovarius. Le tipiche atmosfere nordiche, caratterizzate da melodie agrodolci, sezione ritmica serrata e chitarre e tastiera che alternano momenti aggressivi e altri più intimi, emergono chiaramente anche in altre tracce quali “In The Dark” e “Unspoken” dove, una volta ancora i richiami vanno al combo finlandese di Tolkki e Kotipelto dei tempi d’oro. Occorre tuttavia fare una precisazione: ciò che differenzia i “Frozen Crown” da tante altre band che in passato hanno imitato fedelmente (al limite del plagio) gli “Strato”, è la personalissima interpretazione che i nostri sanno dare a queste influenze, trovando un proprio stile, certo derivativo, ma indipendente, che è un piacere ascoltare. Non mancano poi i momenti più epici come “Battles In The Night” e “Winterfall”, brani in cui la band ricorda vagamente i connazionali “White Skull”, probabilmente anche per la voce principale femminile e, a tal proposito, permettetemi di fare pubblica ammenda circa un mio personalissimo limite, ovvero quello di non riuscire a digerire particolarmente le vocalist del gentil sesso nella musica metal, a meno che non siano particolarmente brave, ed è proprio questo il caso di Giada “Jade” Etro, singer dei “Frozen Crown”, dotata di un’espressività e di un’estensione vocale (oltre che di una bellezza) decisamente fuori dal comune, che mi ha inevitabilmente fatto ricredere, eliminando i miei pregiudizi iniziali (cosi come, a suo tempo, l’altrettanto bravissima Federica De Boni mi aveva fatto ricredere nel caso dei “White Skull”, anche se l'approccio vocale tra le due è assai diverso). L’album propone poi “Lost In Time”, traccia particolarmente raffinata, grazie alle dolcissime melodie malinconiche che prendono vita stagliandosi su un tappeto di tastiere "sognanti", creando delle atmosfere che ricordano, nelle parti più tranquille del cantato, i Labyrinth di “Return To Heaven Denied” ma, come sempre poi, il brano ha una propria personalissima evoluzione, trasmettendo passione ed energia fine all’ultima nota. Dopo l'orchestrale intermezzo intitolato “The Wolf And The Maiden”, si riparte a tutta velocità con “Forever”, classico pezzo power metal caratterizzato da doppia cassa, ritmiche spedite, chitarre taglienti e melodiche al tempo stesso, tastiere e cori il cui scopo principale è quello di aumentare la tensione del brano.
La conclusione del disco è affidata alla title-track, una vera e propria gemma preziosa di rara bellezza che trasuda passione e trasmette emozioni fortissime dall’inizio alla fine, sia nelle parti più melodiche ed intime, sia in quelle più aggressive, queste ultime ulteriormente enfatizzate dal cantato maschile in growl di Federico Mondelli, probabilmente il vero e proprio “Deux Ex Machina” della band milanese, considerando che, oltre ad occuparsi delle parti vocali maschili e delle tastiere è anche il principale chitarrista.
Alla fine di questi quasi 48 minuti di potenza e melodie dal sapore agrodolce, che convivono tra loro in perfetta armonia, , la sensazione principale che rimane è quella di essere entrati in contatto con un lavoro decisamente ben riuscito che è stato in grado di toccare le corde più intime e profonde della sfera emozionale dell'ascoltatore, e per realizzare questa impresa, tutt’altro che semplice, i “Frozen Crown” ci hanno indubbiamente messo il cuore e tutto ciò che hanno dentro. Sembrerà scontato, ma è proprio questo a fare la differenza dal punto di vista qualitativo nel power, nel metal, nella musica e nell’arte in generale, ovvero ciò che si è soliti identificare col termine “ispirazione” ed in “Crowned In Frost” di ispirazione ce n’è davvero parecchia, si tratta di un album sicuramente influenzato dai classici, ma vivo, con un’identità ben definita e dotato di un’anima pulsante in grado di coinvolgere dall’inizio alla fine.


Recensione a cura di Ettore Familiari

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