Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2005
Durata:49 min.
Etichetta:Autoprodotto

Tracklist

  1. SOMEDAY
  2. DISTANT DESIRE
  3. CYBEREVIL
  4. RED FLAMES
  5. MIST OF DAWN
  6. NOT IN THIS WAY
  7. THE ATMOSPHERE
  8. INFLUENCE TO REASON
  9. WAYSIDE

Line up

  • Luis McFadden: vocals, rhythm guitar
  • Franz Dima: lead guitar
  • Andreas Cox: bass
  • Alex Reverend: drums

Voto medio utenti

I Motus Tenebrae sono una band pisana nata nel 2002, con all'attivo un demo dal titolo "Beyond", a quanto sembra pesantemente influenzato dalle sonorità doom tipiche dei Paradise Lost.
Questo "Wayside" è il loro primo full-length e ci presenta una musica che mantiene un certo legame con le atmosfere plumbee del Paradiso Perduto (periodo "Icon" e "Draconian times") e lo mescola con il dark-gothic metal di Type O Negative e 69 Eyes, il tutto inserito in un sostrato musicale che ci riconduce ad uno dei movimenti tra i maggiormente importanti e seminali dell'intera scena: la NWOBHM.
Il risultato è piuttosto godibile e durante il suo ascolto vengono in mente a tratti anche Sentenced e Metallica, ma nonostante tutti questi intermittenti flashback, il sound dei nostri si mantiene su livelli di "piacevolezza" sempre apprezzabili, dimostrando contemporanee discrete doti di perizia compositiva.
"Someday", "Distant desire", "Cyberevil" e "The atmosphere", pagano dazio, senza "svenarsi", nei confronti di quelle oscurità melodrammatiche che si diffondono partendo dai maestri inglesi del dark rock e si spingono fino alle formazioni di Peter Steele e Nick Holmes, "Red flames" alterna cadenze sulfuree proto-Sabbathiane a violenti e trascinanti squarci metallici, mentre "Mist of dawn" testimonia la passione dei Motus Tenebrae per i suoni che hanno reso celebri Iron Maiden & C., ma li colora con affascinanti tinte fosche e crepuscolari (grande pezzo!) e, sebbene con una qualità leggermente inferiore, lo stesso clima lo ritroviamo anche nella successiva "Not in this way" (bello comunque il finale in "crescendo" d'intensità).
"Influence to reason", piazza un altro buon colpo, con il suo andamento cadenzato ed enfatico, laddove "Wayside", chiude l'albo con un atto di devozione agli autori di "Bloody kisses" decisamente sfacciato, ma in ogni caso sufficientemente ben realizzato.
Buona tecnica esecutiva e una registrazione abbastanza efficace, ma ovviamente perfettibile, completano il quadro di un'autoproduzione che non inventa moltissimo, ma gioca bene le sue carte, manifestando, complessivamente, incoraggianti facoltà attrattive. Non ci resta che attendere gli sviluppi ...
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Inserito il 03 lug 2010 alle 09:41

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