Copertina 5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:53 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records
Distribuzione:Warner Bros

Tracklist

  1. UNBROKEN
  2. NO MORE HOLLYWOOD ENDINGS
  3. EDEN
  4. UNFAIRY TALES
  5. ENDLESS SUMMER
  6. THE HERO
  7. PIECE OF ME
  8. I WISH
  9. RAISE YOUR FIST
  10. THE GOLDEN HORDE
  11. WORLD ON FIRE

Line up

  • Noora Louhimo: vocals
  • Joona Björkroth: guitars
  • Juuso Soinio: guitars
  • Janne Björkroth: keyboards
  • Eero Sipilä: bass
  • Pyry Vikky: drums

Voto medio utenti

Ricordo di aver coniato il genere Minipimer Metal proprio in occasione dell'esordio dei Battle Beast, una definizione che a distanza di sette anni e altri quattro dischi resta sempre valida, anche se le percentuali dei vari ingredienti utilizzati sono cambiate in maniera sensibile e la stessa qualità delle influenze che i Battle Beast hanno tagliuzzato nel loro mixer non sempre si è rivelata all'altezza.

L'opener "Unbroken" e la seguente titletrack (questa con un pizzico di fantasia in più) confermano le più recenti impressioni suscitate dalla formazione finlandese, con quell'approccio mediato tra Stratovarius (nelle tastiere di Janne Björkroth) e Sonata Arctica, che ritroviamo su "Eden", episodio piuttosto vivace, peccato però che di Metal ce ne siano sempre meno tracce. E in occasione di "Unfairy Tales" non se ne trova nemmeno più una misera briciola, peraltro siamo di fronte ad un brano banale e scontatissimo che scorre via quasi con una punta di fastidio. Quello che suscitano poi pure l’innocua "Endless Summer" e l'improponibile "The Hero", con quest’ultima che inizialmente potrebbe passare come un pezzo dalla colonna sonora di “Miami Vice” e poi per uno di quelli di "Flashdance", mentre “Piece of Me" è un altro brano posticcio, tra effetti sonori e un approccio alla Beastie Boys. L'apertura orchestrale e ambiziosa di "I Wish". ci lascia poi alle prese di una ballad ben interpretata da Noora Louhimo (Doro Pesch resta sempre un punto di riferimento per la cantate finlandese, ma talvolta pare fare capolino anche Bonnie Tyler) e non parrebbe nemmeno malaccio, anche se credo che si faccia apprezzare più per la pochezza di quello che la circonda che per bellezza propria. Qualche speranza in più lo suscita leggere il titolo della successiva "Raise Your Fist", ma la memoria dell'omonimo brano dei Running Wild è ben presto spazzata via, lasciando il posto a melodie che non avrebbero stonato come sottofondo alle avventure del Capitano Jack Sparrow nella saga de "I Pirati dei Caraibi", quantomeno le chitarre si fanno sentire un po’ e preparano il terreno a una "The Golden Horde" che pur riconducendo i Battle Beast in territori Power Metal finisce per procedere con il pilota automatico inserito e così gli si fa quasi preferire la conclusiva "World on Fire", ammiccante e dove li ritroviamo eccedere con abbondanti dosi di Dance e Pop Metal.

"No More Hollywood Endings" non lascia l'amaro in bocca (solo) per quel suo ribadire un progressivo allontanamento dei Battle Beast dal Power Metal degli esordi, ma perchè troppo spesso le canzoni hanno ben poco da dire e così rimangono in mente più gli episodi negativi che i (rari) momenti positivi.




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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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