La vita del fan dei Fates Warning è dura. Uscite discografiche rarissime, pochi concerti e una presenza social dei nostri piuttosto impalpabile. E negli ultimi anni c’è pure andata bene:
“Theories Of Flight” nel 2017 e il
“Live Over Europe” nel 2018 costituiscono una doppietta ravvicinata che non si vedeva da tempo. In una recente intervista
Ray Alder ammetteva di non sapere se ci sarà un altro album dei Fates Warning in tempi “brevi”.
A consolare il fan afflitto arriva dunque a fagiolo
“Winter Ethereal”, dell’accoppiata
Arch/Matheos.
"Sympathetic Resonance" – uscito nel 2011 – era di fatto un disco dei Fates Warning con
John Arch alla voce: al basso e alla batteria figuravano infatti
Joey Vera e
Bobby Jarzombek (con qualche comparsata qua e là di
Frank Aresti).
Diversa la situazione in questo album, in cui sono parecchi i nomi (e che nomi!) che completano la formazione nei diversi brani: trovate la lista completa a fine recensione. Nelle note che accompagnano il disco il duo chiarisce che la scelta ha il preciso obiettivo di non creare confusione con i FW e, allo stesso tempo, non far sembrare questo progetto come una band stabile. Nonostante il lodevole intento, penso non si possa affrontare questa recensione senza riferimenti o paragoni alla “casa madre”.
In effetti bastano pochi secondi di
“Vermilion Moons” per riconoscere il tipico approccio compositivo di
Jim Matheos fatto di incastri tra ritmi e arpeggi. Ma
“Winter Ethereal”, pur restando un disco prog, contiene anche molti elementi di heavy metal classico: vuoi per la massiccia presenza di assoli, vuoi per l’approccio vocale di
Arch, il disco risulta decisamente più metal rispetto alle recenti produzioni FW. Proprio l’approccio vocale di
Arch, contraddistinto da una tonalità molto acuta, va talvolta ad appiattire un po’ la diversità dei pezzi.
Insomma: chi scrive è del partito di
Ray Alder! Siamo in ogni caso di fronte ad un prodotto di ottima fattura, sia dal punto di vista compositivo che da quello esecutivo. Ciò che manca è il brano memorabile, quello che da solo vale l’acquisto del disco. Ma, come si dice in questi casi: avercene!
A cura di Paolo "Pera" Perazzani
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