Esordio discografico per gli irlandesi Sacrilegia, fautori di un black/thrash metal piuttosto oltranzista e con tutta evidenza influenzato da quelle bands di fine anni '80 come i Sarcòfago che furono tra i primi a innestare su una base speed/thrash ritmiche in blast beat e voci gutturali. I Sacrilegia prendono le mosse proprio da qui, inserendosi in quel panorama composto da bands affascinate dalla cosiddetta "first wave of black metal".
Tornando al disco va detto che esso ha tutte le caratteristiche per piacere agli appassionati del genere: non solo tutti i clichés sono rispettati e maneggiati a regola d'arte ma anche il songwriting, pur solitamente abbastanza lineare, si contraddistingue per riuscire a rendere i brani sempre piuttosto avvincenti e ciò non può che fare piacere a quei nostalgici che non vedono l'ora di fare il pieno di violenza, cattiveria e oscurità a suon di ritmiche martellanti, riff spessi e thrashosi (con un po' di tremolo che non fa mai male) e voci gutturali che non possono che ricordare il vecchio Wagner Antichrist.
Come potreste aver intuito non si tratta né del disco più fresco né di quello più memorabile all'interno del genere ma risulta in ogni caso molto convincente sia nel modo in cui sono strutturati i brani sia per come sono prodotti, dimostrando un'attitudine e una dedizione alla causa del black/thrash più vecchia scuola che sono senz'altro encomiabili. L'impressione, insomma, è che questi ragazzi credano davvero in quello che suonano e ciò rende la loro musica credibile, facendo trasparire quella convinzione che separa un disco meramente di mestiere da uno magari non incredibilmente originale - come se a chi si dedica a questo tipo di metal ciò potesse interessare minimamente - ma che sa rievocare quell'odore di muffa, quel mood blasfemo e quell'efferatezza che chi ama queste sonorità non può che apprezzare. Se fate parte di questa schiera un ascolto a "The Triclavian Advent" non sarà affatto tempo sprecato.