Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2006
Durata:45 min.
Etichetta:ProconMedia
Distribuzione:Equilibrium

Tracklist

  1. INTRO
  2. CALYPSO
  3. BORDEL NO ÉDEN
  4. AZUR
  5. MORTE GEOMÉTRICA
  6. CÃES DE GUERRA
  7. MOÏRA
  8. A FORCA DE DEUS
  9. SACRA MORTE

Line up

  • BTHZR: vocals, guitars
  • Andremon: guitars, vocals
  • Helregni: bass
  • Gorg: drums

Voto medio utenti

Alzi la mano chi trova ancora interessanti gli abusati simboli satanici in copertina e le illeggibili scritte messe appositamente al contrario per aumentare il fastidio dell'ascoltatore. Sembra che questi portoghesi abbiano voluto alzare quasi un muro davanti al loro album, una protezione che cade miseramente al suolo quando finalmente ci troviamo al cospetto dell'ottima musica contenuta in "Fellatrix Discordia Pantokrator". Difficile da definire e catalogare: una specie di black/thrash che passa con disinvolutura da momenti aggressivi a melodie quasi allegre, pervaso da una vena rock'n'roll di primissimo piano. Un'unione che contribuisce a generare dei pezzi piuttosto facili da assimilare, nonostante l'assoluta assenza di qualsiasi banalità atta a semplificarne l'ascolto. Il vero punto chiave dei Filii Nigrantium Infernalium è l'approccio vocale: innanzitutto completamente in portoghese (scelta felice, visto il risultato finale), e secondariamente studiata per non offrire nessun compromesso. Sentire BTHRZ ululare, gridare e soffrire per tutta la durata dell'album è stata una vera e propria goduria per le mie orecchie, annoiate da schiere di scimmie urlatrici senza un minimo di talento e originalità. Ciò che mi lascia un pò perplesso è l'effettiva longevità di "Fellatrix Discordia Pantokrator": nonostante le influenze rock e l'atmosfera a tratti gioiosa non ci troviamo al cospetto di canzoni che fanno venire facilmente voglia di essere riascoltate. E non vorrei che sapesse tanto di album sorpresa, da riporre nel dimenticatoio una volta calato l'impatto iniziale.
Il debutto dei Filii Nigrantium Infernalium è comunque un lavoro che merita un ascolto; e chissà che Ctulhu non catturi anche voi.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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