Nemmeno troppo tempo fa mi sono ritrovato tra le mani il disco d'esordio dei deathster
Fulci ed oggi rieccomi qui a scrivere qualche riga sul nuovo lavoro
"Tropical Sun": fedeli al proprio monicker che vede nel regista splatter/gore Lucio Fulci il proprio nume tutelare, i ragazzi questa volta hanno deciso di dare la propria versione in salsa death metal di una delle pellicole più rappresentative del Maestro, ossia
"Zombi 2" o
"Zombi Flesh Eaters" che personalmente reputo il mio film a tema zombie preferito, con buona pace del papà dei morti viventi George Romero. "Tropical Sun" ripercorre quindi fedelmente tutte le vicende che si svolgono sull'isola di
Matul e che vedono protagonista il dottor
Menard (non vi spoilero la trama, se non conoscete questo capolavoro rimediate SUBITO!) e lo fa proponendo il consueto death metal tanto semplice quanto fottutamente efficace venato di groove e rallentamenti slam: "Legion Of The Ressurrected", "Apocalypse Zombie" o "Genetic Zombiefication" vanno dritti al sodo e con un durata media attorno ai 3 minuti sparano in faccia all'ascoltatore un granitico muro di chitarre che sarà indurre all'headbanging chiunque si possa definire un fan del death metal. Gli assoli sono quasi assenti ma l'ascolto del disco non ne risulta appesantito nè monco, anche perchè la band lavora molto con le armonizzazioni di chitarra che hanno il compito di portare una ventata di "melodia" ai brani e a rendere meno monolitico il tutto, ottenendo degli ottimi risultati in tal senso. Immancabili poi gli estratti audio provenienti direttamente dalla pellicola che hanno il merito di riuscire a calare l'ascoltatore all'interno della storia e dare qualche riferimento al plot man mano che l'ascolto di "Tropical Sun" scorre traccia dopo traccia. Molto azzeccata infine la conclusiva "March Of The Living Dead", nient'altro che la riproposizione in chiave death metal del tema del film composta dal Maestro Fabio Frizzi, degna chiosa ad un album davvero molto valido che sa regalare ottimi momenti di groovy death metal.
Da segnalare inoltre i grandi passi in avanti svolti in termini di produzione rispetto al passato, con un suono davvero pulito e potente che esalta il groove e rende le chitarre un muro di riff in pieno viso e su cui il growl possente di Fiore che trova così terreno fertile per le sua liriche sanguinolente.
Graditissimo ritorno quindi quello dei Fulci, resta solo da indovinare quale sarà il film oggetto del prossimo album: "E tu vivrai nel terrore - l'aldilà", "Quella villa accanto al cimiter" o forse "Lo squartatore di New York"?
"The boat can leave now..."
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