Quando una nuova band si lancia sul mercato con un monicker già caro ad un’altra manciata di band più vecchie, non è un gran segnale, se poi unite questo monicker ad un sound ben definito e chiaramente tracciabile, è difficile che ascolterete un album memorabile … Nonostante queste nefaste congiunzioni, rivelatesi comunque esatte, i portoghesi
Nihility ci regalano un album d’esordio godibile, tritaossa e orgogliosamente tradizionale. Se prendete i primi
Deicide e ci unite i migliori
Behemoth death metal oriented (ovviamente non gli ultimi) e li potenziate con un più generico brutal death, non sarete molto lontani dal sound che potrete ascoltare in
“Thus Spoke The Antichrist”. Senza voler essere ironici, una delle qualità migliori dell’album è senz’altro la sua risicata durata (27 minuti), infatti non dilungandosi troppo in inutili barocchismi, il quintetto di Porto va dritto al sodo confezionando 8 pezzi tutti molto simili, per durata, qualità ed ispirazione. Salta subito all’orecchio un’ottima capacità di creare e macinare riffs su riffs da parte della coppia d’asce, supportata sempre da un drumming potente, veloce e distruttivo. La voce di Rui Coutinho è bella cavernosa ma comunque udibile e non eccessivamente stancante. Questo “idilliaco” quadretto è infine supportato da una produzione ottima, per scelta di suoni e calibratura degli strumenti, grazie ai quali si può godere a pieno di questa “spremuta di sangue”. A corredo di cotanta delicatezza si ergono dei bei testi di chiara ispirazione nichilista (ovviamente) senz’altro più interessanti, almeno per il sottoscritto, dei soliti fiumi di emoglobina.
“Thus Spoke The Antichrist” è un album che non inventa niente ma che vi ricorderà come è bello farsi trapanare il cervello da del sano death metal! Classicamente distruttivi!
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