Il motto della
Caligari Records è “underground music for underground people”. Dal 2013 l’etichetta floridiana infatti è attivissima nel pescare e nel dare una possibilità alle oscure entità che si agitano lontano dai riflettori come è il caso dei qui presenti
Bloodspell, combo statunitense di raw black metal di cui non possediamo manco uno straccio di notizia/bio/foto.
Ottimo. Meglio un dignitoso e “misterioso” silenzio piuttosto che l’ennesima foto promozionale di tizi paludati nelle peggio pose armeggiando armi medievali Made in Taiwan o impegnati in “indicibili blasfemie” occulte da film di serie Z.
La prima impressione premuto il tasto play è che i
Bloodspell abbiano trovato una macchina del tempo e siano tornati a metà anni 90 mandando al diavolo tutto ciò che è stata l’evoluzione – nel bene e nel male – del black metal degli ultimi lustri.
“Cloaked in burning night” è composto da sei pezzi di black metal glaciale, straziato e pieni di riverberi, tremolo picking e blast il cui unico scopo è quello di propagare il verbo del caos a 360° vomitando blasfemie assortite, con uno stile molto vicino a quello delle band appartenenti alla
Légions Noires.
Con il loro metal “ignorante” (ovviamente il virgolettato è d’obbligo) i
Bloodspell toccano corde molto sensibili in chi crede nel black grezzo e tagliente, “
Somniferum” e “Bind them as one” per il sottoscritto sono gli episodi migliori di
“Cloaked in burning night”, ma è l’insieme dell’EP nella sua mezzora scarsa di durata che gira alla perfezione, dimostrando che certe sonorità non moriranno mai fino a quando ci sarà la rabbia ad alimentarle.
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