“
Tremate, tremate, le streghe son tornate!” … prendo a prestito lo
slogan più noto del movimento femminista degli anni settanta per sottolineare quanto il ritorno de
La Janara (che trae la sua denominazione proprio dalla figura di una strega tipica del mondo rurale campano …) potrà mettere in difficoltà ben più di un sedicente frequentatore del
rock esoterico, una materia dove ciarlataneria e approcci superficiali sono,
ahinoi, piuttosto diffusi.
L’ingente patrimonio di leggende stregonesche, tramandata da centinaia d’anni tra le popolazioni contadine, funge da fertile terreno ispirativo per la formazione irpina, di cui già apprezzammo il precedente “
La Janara” e che oggi con il nuovo “
Tenebra” va addirittura oltre le migliori aspettative, regalandoci tre quarti d’ora abbondanti di armonie auliche e virile possanza metallica, il tutto intriso da un clima di leggenda pagana davvero suggestivo, dove il lato oscuro dell’animo umano, analizzato specialmente in un’ottica “femminile”, assume una fascinosa forma sonora.
La sofferenza delle donne che, nel corso dei secoli, hanno sopportato il peso di una cultura che le ha umiliate e oppresse, e che solo attraverso riti e invocazioni occulte si appropriano del posto che le spetta nella società, è, infatti, il tema concettuale su cui si sviluppano la voce ammaliante e intraprendente di
Raffaella Cangero e le chitarre incisive e perniciose di
Nicola Vitale, assecondate da una sezione ritmica, composta da
Rocco Cantelmo e
Antonio Laurano, sempre puntuale e coesa.
I riferimenti musicali de
La Janara sono individuabili in Black Sabbath, Biglietto Per l’Inferno, Circus 2000, Violet Theatre e Angel Witch, fino a L'Impero delle Ombre e Malombra, ma è evidente che la ricerca di sonorità peculiari, all’interno di un ambito ben delineato, è uno degli obiettivi primari di un gruppo che non si accontenta di offrire al pubblico una sterile reiterazione delle note care ai titani dell’oscurità.
Una notevole maturità espressiva, capace di dominare con abilità e disinvoltura strumenti e lingua italiana, si ritrova in tutta la durata di un albo che con “
Malevento” coniuga in maniera egregia melodia, potenza e inquietudine, per poi piazzare, con ”
Mater Tenebrarum”, un grumo di evocativo turbamento sonico.
Si continua con una prova della
Cangero da brividi autentici nelle atmosfere da “ballata popolare” concesse a “
Violante aveva un osso di capra” e tanti elogi vanno spesi per la cantante anche per come affronta i poderosi chiaroscuri della
title-track dell’opera, un altro momento di grande tensione emotiva.
Barlumi dei sublimi Warlord impreziosiscono la trascinante “
Mephis”, “
Cera” vive di emozionanti contrasti tra introspezione e catarsi, mentre con “
Il canto dei morti” i ragazzi di Grottaminarda celebrano con innata vocazione i maestri del
doom-rock.
Ancora un passaggio nel “canto della tradizione” con “
Volano i corvi”, prima che l’aggressività di “
Or poserai per sempre” e il sontuoso
epic-folk-metal “
Ver Sacrum” concludano di un disco avvincente, a cui hanno contribuito ospiti di rilievo come
Riccardo Studer (Stormlord),
Alessandro Liccardo (Hangarvain),
Giulian (Scuorn) e
Alessio Cattaneo (Onryo).
La Janara è un gruppo orgogliosamente (e non “ottusamente” ...) italico, che ha fatto della cultura e della storia millenaria del proprio paese d’origine la base su cui costruire la sua brillante identità artistica e “
Tenebra” è una forte, fiera e intensa dichiarazione d’intenti che vi consiglio vivamente di avallare.