L'esordio in grande stile dei perugini Exawatt (distribuzione internazionale a cura della francese Deadsun records) avviene dopo una carriera di quasi 15 anni coronata da 3 demo, la partecipazione a 5 compilation e l'orgoglio di aver diviso il palco con i Pain of Salvation nel party organizzato dal fan club italiano (giugno 2003, "Indian saloon" di Bresso, notte indimenticabile a cui parteciparono anche i Dinamic Light e la cover band "Spirit of the land"). "Time frames" è un disco che abbonda di prog metal molto (forse troppo) ispirato ai Dream Theater facendo largo sfoggio di indiscusse capacità tecniche (menzione particolare alla coppia Palloni-Corsetti, chitarra e tastiere) ed ossessiva ricerca del cambio di tempo, in molti brani trovano anche posto elementi di power melodic speed (Stratovarius, Symphony X) e neoclassic metal (Malmsteen) e si azzardano soluzioni stilistiche personali come il cantato femminile operistico (il soprano Daniela Lojarro in "Power of fate"), l'azzeccata melodia orecchiabile di "On the wings", il prog power melodico alla Stratovarius di "Dungeoun dance" introdotto da una parte strumentale in stile prog metal e la riuscitissima cover dei Rondò Veneziano "Odissea veneziana" in chiave power speed. La piena sufficienza da parte mia è raggiunta per il grande impegno profuso sia nella cura degli arrangiamenti che nella resa strumentale (mi auguro però un miglioramento nel cantato di Luca Benni), a patto che in futuro si riesca ad evitare di appoggiarsi troppo a schemi e passaggi ormai risaputi. Inspiegabile la mancanza dei testi nel booklet.
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