Il black metal in Inghilterra non é solo
Cradle Of Filth e pochi altri, ma adesso può contare su questa compagine nuova giunta al secondo album.
Secondo album che denota subito grande maturità, personalità e voglia di proporre qualcosa di originale da parte del gruppo londinese.
Basta sentire l’introduzione strumentale “
Boreal”, per rendersi conto che non vogliono imitare demoni nordici più famosi.
Breve brano cadenzato, si denota un certo spirito epicheggiante sorretto da trame chitarristiche drammatiche degne dei migliori
Bathory.
La titletrack apre con virulenza e aggressività in pieno blast beats e uno screaming alto e lacerante.
Le chitarre ricamano trame drammatiche con cambi di tempo cadenzati fino ad aperture epiche quasi di stampo doom.
Grande lavoro solenne con dualismo vocale scream/growl, e nonostante ci siano parti più furiose la tensione non scema, anzi, il pathos é palpabile nella sua fierezza.
“
Last dust” é anch’esso un brano sorretto da chitarre zanzarose, dalle melodie drammatiche e solenni con andamento cadenzato dove lo screaming é doloroso e lacerante.
Brano costellato da melodie epicheggianti e sostenute dal rullante, come se i quattro fossero sul punto di trovarsi su un campo di battaglia.
Grande prova sul lato atmosferico carico di pathos con trame di chitarra di ampio respiro e orgoglio.
“
Burning”, riprende le trame cadenzate ricche di atmosfera epica e drammatica.
Il growl é possente e cavernoso, il tempo mai feroce ma carico emotivamente soprattutto grazie alle sapienti melodie di chitarra; ci sono anche incursioni in blast beats che s’incastrano alla perfezione nel tessuto del brano.
“
Endless night”, é il brano più lungo del disco, quasi dieci minuti, con trame chitarristiche scure, tempi cadenzati e screaming laceranti e furiosi.
Il tono epico non cede di un millimetro, con sfuriate in blast beats e frequenti rullate che spezzano e le chitarre che ricamano melodie arabeggianti.
Qualcuno si sorprenderà che a metà del brano, il gruppo renda omaggio con una parte elettrificata a dovere di un tradizionale, la loro terra; ma é una sorta di dichiarazione coerente in senso musicale del loro essere, chiusa migliore credo non ci possa essere.
Un gran bel disco di soli sette brani, ma che rende bene che non bisogna per forza scopiazzare band blasonate per fare black metal personale, basta attingere dal proprio spirito e tradizione, bravi!
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