Sono sufficienti nove album in studio per potersi autocelebrare definendosi delle “leggende”? Ovviamente no, riposta scontata! Ciò che fa la differenza nella musica, come in tutti gli aspetti dell’arte in generale, è chiaramente la qualità del prodotto finito e soprattutto le emozioni che esso riesce a suscitare nel suo pubblico.
Ad ogni modo, per una band come i
Majesty, non è in quest’ottica che bisogna inquadrare il termine “
Legends”, titolo della loro ultima fatica discografica, piuttosto l'accezione del vocabolo va collocata all’interno della loro visione volutamente pomposa e magniloquente di concepire l’heavy metal, che trova nei Manowar degli esordi e, in tempi relativamente più recenti, negli Hammerfall le sue muse ispiratrici.
Facile intuire quindi che, cosi come per tutta la loro ormai ventennale discografia, epicità e melodia saranno le costanti anche nel nuovo lavoro del combo teutonico, pur se sviluppati in modi differenti, spesso in chiave speed-power come nella solenne
Rizing Home o in
Burning The Bridges in cui la maestosità di certi cori talvolta rischia di sfociare nel ridicolo, ma la traccia viene comunque risollevata dai taglienti riffs che risultano sempre incisivi, o nelle stupende
Mavericks Supreme e
Church Of Glory, quest’ultima è probabilmente l’episodio più convincente dell’intero disco, nonostante la comparsa di alcuni fastidiosi suoni campionati di tastiera, assolutamente fuori luogo, presenti qua e la lungo tutto il disco, scelta a dir poco discutibile. Altre volte invece, gli stessi elementi melodici e pomposi che caratterizzano il sound della band, vengono elaborati attraverso dei mid-tempo come in
We Are Legends o in
Wasteland Outlaw, pezzo in cui è il bellissimo assolo di chitarra a fare la differenza.
Assolutamente da dimenticare invece la ballad, affidata all’impalpabile
Words Of Silence, poco intensa, quasi improvvisata, come se la band fosse stata forzatamente costretta ad inserire un pezzo lento all’interno dell’album, fortunatamente le sorti del disco vengono risollevate dal melodic-power di
Last Brigade e dalla vivace
Blood Of The Titans che personalmente mi ricorda alcuni dei lavori più riusciti degli Hammerfall che furono, riportandomi indietro nel tempo di ormai 15-20 anni.
Insomma, se si accantona il pacchiano discorso iniziale sull’autocelebrazione della band, se si finge di non ascoltare quei già citati suoni campionati di tastiera che compaiono ad intermittenza nelle varie tracce, dando sempre la stessa sensazione del cosiddetto “pesce fuor d’acqua” e se soprattutto si “skippa” impietosamente la monotona ballata,
Legends è un album piacevole da ascoltare per gli amanti del genere, con dei solidissimi riffs, degli assoli che lasciano il segno ed una sezione ritmica mai doma, anche se alla lunga, il disco a livello di song-writing, risulta probabilmente meno ispirato rispetto ai precedenti lavori in studio del combo tedesco, in questo senso forse, duole ammettere che i
Majesty hanno fatto un piccolo passo indietro.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?